TASSOTTI - Mauro Tassotti ormai da qualche anno ha lasciato il Milan per diventare il vice di Shevchenko all’Ucraina. Stasera affronterà la Spagna in Nations League ed è stato intervistato dal quotidiano iberico “El Pais“.
“La mia situazione al Milan era cambiata. Ero fuori dallo staff tecnico, ero osservatore dei giovani del club e Sheva mi ha suggerito di andare con lui. Ho pensato che potesse essere un’avventura interessante. Ho preferito tornare alla mia vecchia posizione di allenatore. Inoltre, era un momento un po’ particolare per il club, in mezzo al passaggio del Milan da Berlusconi ai cinesi. Non mi era chiaro. Non è stato facile dopo tanti anni al Milan, ma sono soddisfatto“.
In Spagna Tassotti viene però ricordato anche e soprattutto per la gomitata a Luis Enrique a Usa 94. "Ho allungato il braccio perché mi sentivo afferrato. Ho sbagliato e me ne sono pentito. Non l’ho mai negato. Non ho mai nascosto la mia responsabilità. Mi scuso di nuovo. Capisco anche che all’inizio non volesse accettare le mie scuse. Ma per me è stato un disastro. Avrei avuto l’opportunità di giocare una semifinale e una finale di un mondiale a 34 anni. Ma ho sbagliato e il destino mi ha fatto pagare per questo. Nella carriera di un giocatore ci sono momenti belli e momenti meno belli e tutti devono essere accettati. Soprattutto quando la colpa è tua. Ho sempre sostenuto che fosse un gesto istintivo, che non era mia intenzione rompergli il naso. Non c’era nulla di premeditato. Non avevo niente contro di lui. Il problema fu che si ruppe il naso. Se non si fosse rotto, non sarebbe successo niente. Ora ci salutiamo. Lo avevamo già fatto all’Olimpico di Roma, quando lui allenava lì e io ero assistente di Allegri con il Milan. Quel giorno è venuto a trovarmi, mi ha stretto la mano. Il tempo passa, io sono già nonno...".