CORONAVIRUS MIHAJLOVIC - Sinisa Mihajlovic, il tecnico del Bologna, è uno di quegli esempi da prendere a modello. La dura lotta contro il tumore ha messo e sta mettendo a dura prova l'ex tecnico dei rossoneri. Una guerra che Sinisa non intende perdere. Come quella contro il Coronavirus, oggetto dell'intervista rilasciata dal serbo a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
"Dopo? Sarà bellissimo. E quel dopo arriverà presto. Capisco che per chi non è abituato può sembrare un sacrificio, ma per me queste precauzioni che ci impongono sono una passeggiata. Ho passato mesi chiuso in una stanza di ospedale tre metri per tre, attaccato a fili e flebo, senza poter aprire neanche una finestra. Pensi sia un problema essere in famiglia, a casa, e uscire in terrazzo a fumare una sigaretta? Sono mesi che uso una mascherina e non abbraccio e dò la mano. Abbiamo il dovere di aiutare i medici evitando che il contagio aumenti. Agli italiani dico: seguiamo le istruzioni che ci danno, dopo il picco arriverà la discesa. La normalità della vita quotidiana, un abbraccio, lo stare insieme, il piacere di andare a vedere una partita di calcio".
"Giusto fermare gli allenamenti? Certo. E ancora più giusto sarebbe stato fermare molto prima anche il campionato. La gente non si è resa conto del pericolo, non ha capito. Ma una cosa è la gente e un’altra chi ha il potere di decidere e soprattutto le informazioni scientifiche per farlo".
"Mi aspetto che il campionato finisca. Bisogna spostare gli Europei e far finire i tornei nazionali e le Coppe. Lo vogliono le federazioni, i club, le tv che hanno pagato i diritti. È giusto terminare ciò che si è cominciato. Dovremo valutare anche da quanto siamo fermi e dovranno darci un paio di settimane per riprendere il lavoro fisico prima di ripartire a giocare. Ci sarà qualche sacrificio in più ma chissenefrega".