BRAIDA MILAN - Ariedo Braida, attuale consigliere strategico della Cremonese, ha parlato ai microfoni di TMW del Milan. Nella lunga intervista, tanti i temi toccati dall'ex dirigente rossonero in riferimento alla squadra di Pioli.
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"Milan ai quarti di Champions League? Dopo tanti anni, superare gli ottavi di finale è una bella soddisfazione. È stato un bel colpo, per tutti. Per Maldini, per Pioli, per i calciatori e per i tifosi. Alla fine, è evidente che ci sia sempre un percorso da fare. Il Milan sta tornando ai vertici. Ha una grande storia, ma è chiaro che, in qualche momento, le buone notizie si interrompano. Così come i risultati positivi".
"Il Milan ha un buon impianto di squadra. Maignan è un portiere bravo, anzi, molto bravo. I tre difensori anche, perché sono veloci. Per questo dico che bisogna sempre andare alla ricerca. Trovare i calciatori e migliorare sempre. Se uno vince una Champions League, non è detto che non debba rivincerne un'altra. L'appetito vien mangiando. Quando si comincia a vincere, non ci si stanca mai. Ti stufi a perdere".
"De Ketelaere? Non è che se paghi tanto un calciatore, allora è matematico che renda molto. Semplicemente, non lo sai. Quando compri un giocatore, lo conosci in parte. Poi, quando lo vivi giorno dopo giorno impari a conoscerlo. Vedi tutti i pregi che l'occhio umano non può vedere, ma anche tutti i difetti. A volte, ci sono calciatori che sono bravi o hanno numericamente e matematicamente certe qualità che vengono espresse da quanti tiri o assist fanno. Poi, però, bisogna conoscerli caratterialmente. Alcuni hanno furore agonistico e altri meno. È qualcosa che vedi con occhio clinico, e l'esperienza in questi casi aiuta tanto. Intendo, vedere le partite e andare agli allenamenti. Ci sono cose, infatti, che durante la singola partita non emergono. Ci sono situazioni da tenere in conto. Il calcio, purtroppo o per fortuna, non è matematica".
"È da un po' che non si vincono Champions. Il Milan ha superato il turno dopo undici anni, e ieri ha fatto bene. Il Napoli, poi, viaggia con il vento in poppa ed ha qualità innegabili. L'Inter, invece, va più a corrente alternata, ma ci potrebbe essere comunque una rivincita nei confronti di altre nazioni, quali l'Inghilterra. Se andassero tre squadre nelle prime otto, sarebbe un grande risultato. Almeno parziale".
"San Siro rischia di scomparire? È un peccato. Se è sempre pieno dovremmo cercare di mantenere, almeno, lo stesso numero di posti. È chiaro che il mezzo più importante, ora, è la televisione, ma avere gli stadi pieni crea un'immagine bella e positiva. Al contrario, averli semivuoti è deprimente e crea disagio. San Siro è un monumento. Non si capisce se le due società decideranno di rimanere o fare due stadi. Penso a Wembley, però. Un monumento del calcio Mondiale. Nel tempo, è stato abbattuto e rifatto completamente secondo le nuove esigenze. Gli stadi, adesso, necessitano servizi di un certo tipo. Devono rispondere a delle esigenze".
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