MILAN MALDINI INTERVISTA - Paolo Maldini, ex leggenda rossonera ed attuale capo dell'area tecnica del Milan, è stato intervistato in esclusiva da DAZN. Ecco le sue parole.
"Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".
"Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto. Adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".
"Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare. Zlatan rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".
"Nel trasmettere i suoi pensieri, Pioli lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".