MILAN CAPELLO COSTACURTA GALLIANI - Fabio Capello, Alessandro Costacurta e Adriano Galliani hanno parlato del grande Milan del passato ai microfoni di Sky Sport 24, nell'ambito del programma #CasaSkySport. Ecco le loro dichiarazioni.
"La dirigenza del grande Milan era un mix perfetto. C’erano le ambizioni e la fantasia di Berlusconi, la metodicità di Galliani, e la bravura di capire i giocatori di Ariedo Braida. Ci siamo sempre trovati bene sia con Galliani che con Braida. Si analizzava tutto molto bene, abbiamo fatto sempre grandi acquisti. Non mi ricordo giocatori che non fossero all’altezza al Milan. In una squadra che funzionava diventarono tutti bravi. Marco Simone è stato un giocatore che quando entrava era sempre determinante, ma quando c’erano i titolari doveva stare in panchina. Solo quando sono tornato dal Real Madrid - nel 1997, ndr -mi sono trovato una squadra che non mi soddisfaceva".
Sulle parole di Galliani, che ha raccontato di come Costacurta fosse l’unico ad entrava in sede e firmare in bianco il contratto, il grande Billy ha risposto così: "Ero nella mia città, nella squadra più forte del mondo e qualsiasi cifra mettesse mi sarebbe andata bene. Non avevo bisogno di discutere di soldi per rimanere al Milan". L'ex difensore della Nazionale ha poi proseguito:"Sono stato male quando hanno venduto il Milan, le persone che c’erano prima avevano messo testa e cuore, questo è stato il segreto. I migliori acquisti del Milan? Io andrei su Van Basten, Sheva e Kakà. Sono stati giocatori straordinari e persone che aiutavano lo spogliatoio. Avevamo otto palloni d’oro ma che lo hanno vinto 14 volte. Ma penso che quei tre siano stati i migliori. Avevo un amore folle per Kakà. Le due cose che mi hanno segnato di più sono la sua cessione e l’infortunio di Van Basten. Ringrazierò sempre Galliani e Capello per la fiducia. Capello l’ho avuto quando ho perso mio padre, io lo devo ringraziare come uomo, è la persona che mi è stata più vicina e mi ha aiutato a superare questo momento terribile.
Oltre al già citato racconto del contratto in bianco di Costacurta, e dell'aneddoto sul mancato acquisto di Ibrahimovic nel 2006, Galliani ha inondato lo studio di aneddoti e retroscena sui suoi gloriosi anni da dirigente al Milan. "Nel 2003 eravamo in albergo a festeggiare la Supercoppa Europea a Montecarlo, c’era Laura Pausini e ci siamo uniti io e Billy per cantare. Gli ho mandato il video pochi giorni fa e mi ha detto: “Eravamo così forti e invincibili che ci sentivamo anche cantanti”. Sulla nostra cessione del Milan adesso piango, perché esattamente tre anni fa abbiamo venduto il Milan. L'acquisto migliore? Difficile dirlo perché abbiamo avuto 8 Palloni d’Oro. Siamo arrivati in una squadra con problemi economici ma con un’ossatura importante. Tutta la difesa era già pronta. Poi arrivarono Marco Van Basten, Ruud Gulllit. Penso anche ad altri acquisti incredibili come Ricardo Kakà e Andriy Shevchenko. L’ucraino straordinario, giocatori immensi, stessa cosa Ronaldinho, Weah, Donadoni, Savicevic, Boban, Desailly, potrei citare tutte le formazioni del Milan.
"L’altra volta ho visto tutti i gol di Kakà, i avevo visto 100 volte ma sono come i bambini, mi emoziono sempre. Ho visto anche le finali di Champions League. Io ho provato portare al Monza Kakà l’anno scorso, lui non è voluto venire per motivi familiari ma ci ho provato. Con Ibra non si sa vista la vicenda Coronavirus, non è più un pensiero".
"Un giocatore che sarebbe dovuto arrivare e non arrivato c’è stato e come, Carlitos Tevez. L’altro giocatore che avevo concluso è Roberto Baggio, cinque anni prima di quando sarebbe arrivato. Del Piero? Assolutamente si, c’è stato qualcosa. Del Piero prima della Juventus. Piero Gradi, amministratore delegato del Padova, ci chiese 5 miliardi, bastava dire sì ed era nostro. Totti lo abbiamo corteggiato, voleva rimanere a Roma e non siamo stati vicini al suo acquisto. Ci abbiamo provato anche per Cristiano Ronaldo: lo Sporting Lisbona chiese 16-17 miliardi. Braida spingeva, io ero preoccupato perché era una cifra mostruosa per un giocatore che era poco più che un bambino, quindi non se ne fece nulla".
"Ibra non mi ha parlato per un anno, poi ha capito. L’ultimo giorno del campionato con Raiola abbiamo stappato una bottiglia di Don Perignon promettendogli che sarebbe rimasto. Ma poi per bilancio abbiamo dovuto cedere con lui anche Thiago Silva. Quell’anno è anche quello dell’addio dei tanti senatori".
"Fabio Capello è eclettico.Viene da noi, fa il manager, commentatore televisivo, ritorna da noi, vince 4 scudetti, fa tre finali di Champions. Abbiamo avuto tanti e bravi allenatori, ma la grande storia del Milan l’hanno fatta Sacchi, Capello e Ancelotti. I ritorni di Fabio ed Arrigo non sono stati fortunatissimi ma succede. Sono così tante le vittorie che le sconfitte non me le ricordo più".
"Mi auguro che i campionati possano ricominciare e finire. L’annullamento del campionato non è mai successo e non so come si potrebbe reagire. Abbiamo disputato più del 70% delle partite. Spero che non ci sia da decidere sul Monza perché abbiamo 16 punti di vantaggio sulla seconda".