Benevento, Inzaghi: "Il Milan è stato unico per me. La finale di Atene la partita più bella". E sulla maledizione della numero 9 dice che...

29 Marzo 2020
- di
Arianna Botticelli
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INZAGHI MILAN -Si scrive Pippo Inzaghi e si legge gol. L'ex numero 9 rossonero, autentica leggenda del club, è intervenuto da casa sua negli studi di Sky Sport 24. Ovviamente si è parlato di Coronavirus e di ripresa del caclio giocato, ma sono stati tanti gli aneddoti raccontati da Superpippo. Ecco le parole del tecnico del Benevento.

Inzaghi sul Coronavirus e sulla ripresa del calcio giocato

"In questo momento parlare di calcio è difficile, noi abbiamo fatto tutti un passo indietro, la salute è la priorità più grande. L'unica cosa che mi sento di dire è che quando tutto finirà vogliamo ritornare a giocare. La cosa più limpida e più giusta è tornare a giocare, la soluzione migliore per evitare equivoci e per evitare che qualcuno subisca dei danni. Noi siamo pronti a giocare a giugno, luglio, agosto, non ci interessa. Qualsiasi altra decisione penalizzerà qualcuno, qualcuno fallirà, il calcio non perderà due mesi ma forse due anni. La nostra società merita la Serie A perché siamo in Serie A da febbraio. Ma per il bene di tutto il sistema si deve giocare. Le vacanze le abbiamo fatte in questo periodo. Abbiamo fatto 28 partite, manca poco per finire, giocheremo magari ogni tre giorni, ma il campionato va finito per la regolarità e per tutti i sacrifici effettuati".

Inzaghi, il Milan nel cuore

"E' normale che il Milan abbia segnato la mia carriera, ma non dimentico tutte le squadre in cui ho giocato. Il Milan è stato qualcosa di unico, ma tutte le squadre in cui sono stato mi hanno dato molto. La partita che ricordo con più emozione é la finale di Atene. Feci due gol ad Atene, il gol a Montecarlo e i due a Yokohama, avevo 34 anni, 5 gol in 3 finali non li hanno fatto neanche Messi e Ronaldo. E' qualcosa di unico, ci sono riuscito anche grazie ai miei compagni, rimane un grandissimo ricordo".

Sui compagni più forti avuti nel Milan

"Ho giocato con i più grandi. Ho avuto Maldini e Nesta, ho avuto Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Seedorf... Se devo fare un nome devo dire Kakà, con lui abbiamo fatto insieme qualcosa di straordinario. Insieme a Shevchenko erano degli attaccanti formidabili. Anche Ibrahimovic è un grandissimo giocatore, eravamo una grande coppia. Da allenatore aver avuto uno come Ibrahimovic e come Inzaghi sarebbe stato tutto più semplice. Purtroppo in quell'anno mi ruppi il crociato dopo la partita e la doppietta con il Real Madrid".

Inzaghi sui tempi di recupero per lo stop forzato al calcio

"Ora si parla della ripresa e del fatto che ci vorranno tre settimane per allenarsi. Ma vorrei ricordare che nel 2006 noi partimmo dal preliminare con la Stella Rossa, dopo il Mondiale ero arrivato il primo agosto a Milanello e il 9 agosto giocai e segnai con la Stella Rossa dopo sette giorni di allenamento. Cerchiamo di rispettare le regole così torneremo a fare presto quello che amiamo".

Sulla maledizione della maglia numero 9 al Milan

"A me viene da sorridere, mettere la maglia numero 9 del Milan è dura per tutti, ma la maledizione non esiste. Se la maglia 9 la mettesse Ibrahimovic la maledizione è già finita. Come quando io avrei dovuto avere la maledizione di Van Basten e Weah. Non era giusto ritirare la mia maglia, non è stata ritirata a Van Basten, è una maglia importante che ritornerà a fare gol".

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