INTER MILAN ANCELOTTI INTERVISTA - Dici derby ed inevitabilmente pensi a quei personaggi rimasti nella storia della stracittadina milanese. Una di queste è certamente Carlo Ancelotti, prima giocatore e poi tecnico dei rossoneri. L'attuale manager dell'Everton, indimenticabile ed indimenticato protagonista del doppio derby di Champions League nel 2003, incarna alla perfezione il personaggio simbolo di una buona fetta di storia rossonera. In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore del Napoli, che ha sempre goduto del rispetto delle tifoserie avversarie grazie al suo modo di porsi educato e mai sopra le righe, ha parlato del Derby della Madonnina ormai alle porte. Ecco le sue parole.
“Il Milan sta bene. Pioli e Maldini hanno svolto un lavoro eccezionale negli ultimi sei mesi. L’Inter si è rinforzata in estate: può interrompere l’egemonia della Juventus. In generale, mi pare la serie A più incerta dell’ultimo decennio. Mai avuto dubbi sulle qualità di Maldini come dirigente: quando una persona è a posto, non sbaglia. L’esperienza è un requisito importante, ma si fa solo quando ti ritrovi in prima linea. Quando si parla ad esempio di Pirlo allenatore e si osserva che è ancora acerbo per guidare la Juve. Io replico che per lavorare in panchina servono conoscenza della materia ed esperienza. Pirlo ha un’enorme competenza. Conte è un eccellente professionista. Ci sentiamo qualche volta al telefono, ha una feroce voglia di migliorarsi e di ampliare la sua cultura calcistica. Sono quelli come lui che fanno vincere le squadre”.
“Pioli è una persona di valore, come uomo e come professionista. Il curriculum parla chiaro: ha ottenuto risultati eccellenti in tutte le squadre che ha guidato. Ibra è Ibra. Quando trovi un calciatore come lui, fai bingo. Le motivazioni e l’orgoglio sono sempre state la sua forza, ma in assoluto Ibra è un signor professionista”.
“Da bambino ero interista perché rimasi incantato dallo squadrone di Helenio Herrera. Mi regalarono una maglia di Sandro Mazzola, a quei tempi queste cose erano una rarità. Il Milan è però il club che ha segnato la mia vita: prima giocatore e poi allenatore”.
“Qui all’Everton ha lasciato un ottimo ricordo. Parlano tutti benissimo di lui. Non lo conosco, ma dal campo emerge un calciatore di personalità, di carattere. E’ un centravanti moderno: oltre i gol, va messo in conto l’enorme lavoro al servizio della squadra”.