Kjaer lascia il Milan: "Un sogno avverato, qui sarà sempre casa"

21 Maggio 2024
- di
Redazione RS
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Simon Kjaer Milan calciomercato difesa
Tempo di lettura: 3 minuti

KJAER MILAN - Simon Kjaer annuncia che lascerà il Milan al termine di questa stagione. Il difensore danese ha comunicato la sua scelta con un'intervista a Milan TV. Queste le sue parole.

Le parole di Simon Kjaer

"È da un paio di mesi che avevo la sensazione che era giusto finire ora, poi ci sarà una nuova avventura. Provo tante emozioni ora, positive e negative. È il momento giusto. Nel mio percorso sono arrivato ad un buon punto, potevo ovviamente dare di più, per aiutare ancora di più".

Sul suo futuro

"Divido il mio futuro in tre parti: questa settimana, dove potrò indossare la maglia del Milan ancora una volta a San Siro. Poi c'è l'Europeo con la Danimarca, avventura sempre speciale. Dopo dovrò trovare il posto giusto per continuare a giocare a calcio. La più importante però è questa settimana".

Come approccia al futuro

"Paura zero. Penso che ho provato così tanto nella mia carriera, ho abbastanza esperienza per capire che la paura non ti dà niente. Ho grande curiosità e grande voglia di impattare su un nuovo gruppo così come fatto qui".

Il Milan era un sogno

"Sono venuto in Italia a 19 anni, al Palermo. Lì ho subito detto al mio procuratore di voler andare al Milan. C'è voluto un po' di tempo, però alla fine sono venuto qua e questa è la mia società, il mio luogo e sarà sempre così. Quando sono arrivato qui il Milan era in un momento difficile che durava da anni. Paolo Maldini e Ricky Massara mi hanno portato qua per aiutare i giovani, dare continuità e far crescere il gruppo. Penso di aver fatto il mio lavoro".

Se pensava di avere questo impatto

"Dipende sempre dal gruppo, io avevo una fortuna, cioè che con me è arrivato anche Zlatan. Non ho mai avuto bisogno di urlare o dare quel tipo di stimolo. Ho potuto lavorare sui singoli, far vedere che ogni giorno si doveva arrivare presto per lavorare e che si andava a casa tardi. Prima che arrivassi qui c'erano 2-3 giocatori agli allenamenti in palestra. Ora ci sono tutti. È stato un percorso fatto insieme allo staff del mister, ora nessuno si rilassa".

Cosa c'è dentro la crescita del Milan

"La qualità non basta. Per migliorare e per far crescere la squadra bisogna saper soffrire e avere la giusta mentalità. Puoi fare tante cose con un gruppo, anche con meno qualità. Nel mondo del calcio comanda solo la mentalità. Tutti sanno giocare a calcio. Per il budget speso dal Milan in questi quattro anni ci sono pochi in Europa che sono riusciti a fare quello che abbiamo fatto noi".

Da cosa ha capito che sarebbe arrivato lo Scudetto

"Qualità. Non puoi parlare di Scudetto se non hai qualità. Se riesci ad avere questi standard alti ogni giorno allora puoi fare cose che non ti aspettavi. Penso che nessuno si aspettasse di vincere quello Scudetto".

Per cosa sente "suo" lo Scudetto "vinto

"Se potessi cambiare una cosa nel mio percorso direi l'infortunio in quell'anno. Mi ha però fatto crescere tantissimo. Devi sfruttare i momenti che hai. È stato più facile la gioia pura nel mio lavoro ma anche a casa con la mia famiglia. Ero molto consapevole delle cose che facevo anche prima, ma ora ho il doppio della consapevolezza. Se devi fare 10 magari ad un certo punto fai 9, poi 8 e così via. Però ogni volta che vai da 10 a 9 devi capire che hai perso il 10%. E se metti tutto insieme diventa tanto. Se fai capire questa cosa allora la squadra può crescere ancora di più. Abbiamo fatto un grande percorso, siamo cresciuti tanto. Bisogna però migliorare ancora".

Sull'appoggio della moglie

"Fondamentale. Se non stai bene a casa non stai bene fuori. Per quanto io voglia bene al Milan, rispetto alla mia famiglia il Milan è il “fuori casa”. Milano è anche casa dei miei figli, parlano meglio l’italiano che il danese. Milano è diventata casa per noi".

Per quale caratteristica vuole essere ricordato

"Come un difensore, ho lasciato un impatto ai ragazzi con la mia grinta. È una parte di me che avrò sempre, anche quando non giocherò più a calcio".

Sull'andare al Pallone d'Oro da giocatore del Milan

"Il percorso che ho avuto col Milan è stato il sogno che avevo per la mia carriera. Avere la possibilità, a 32 anni, di andare al Pallone d’Oro con la maglia del Milan… A 18 anni ci avrei messo la firma".

Perché il Milan è speciale

"Sicuramente per la sua storia. Quando ero un ragazzo il top era il Milan. Anche Paolo Maldini ha avuto un impatto, era il difensore più forte del mondo. E quando sei un difensore cerchi di ispirarti sempre a questo tipo di giocatori".

Sul rapporto con i tifosi

"Un rapporto che mi tocca il cuore. Mi ha sorpreso come si sono comportati con noi. Non me lo aspettavo, pure noi, come i miei figli, siamo diventati milanisti".

Un messaggio finale

"Ringrazio tutti. Il percorso che ho avuto qua, l'orgoglio, il sogno che mi ha dato tante gioie e tante soddisfazioni nella mia carriera e nella mia vita. In futuro, quando smetterò di giocare, penso di tornare a Milano a vivere con la mia famiglia. Milano è casa nostra".

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