RAZZISMO SPADAFORA – Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha rilasicato un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais parlando del problema razzismo negli stadi e nella società italiana. L'esponente del governo ha riconosicuto la gravità del problema, preannunciando misure anche impopolari pur di estirpare il fenomeno. Dopo l’episodio che ha coinvolto Lukaku a Cagliari, e Kessié a Verona, domenica sera si è toccato l’apice negativo: i buu a Dalbert durante Atalanta–Fiorentina hanno causato addirittura la sospensione del match per 4′.
Lo scorso fine settimana abbiamo visto un nuovo episodio di razzismo negli stadi italiani. La preoccupa?: "Certo, e divido questa preoccupazione col presidente della FIFA, Gianni Infantino, e con il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Tutti vogliamo affrontare questo problema in maniera seria e definitiva".
Il problema non appare limitato solo agli ultrà. Il fenomeno appare anche in altri punti dello stadio e talvolta anche all'interno del proprio club. Qual è il problema? L’Italia è un paese razzista?: "Non credo che l'Italia sia un paese più razzista di altri. Io mi occupo dei giovani e dello sport, e posso garantire che dal punto di vista educativo e sportivo farò tutto quello che è in mio potere per eliminare il fenomeno dalla società. Sarà un processo lungo e costoso, ma mi impegno ad eliminarlo dagli stadi durante il mio mandato. Anche a costo di prendere decisioni impopolari".
Impopolari? A cosa si riferisce?: "Quando arrivano le sanzioni, quando le norme diventano più dure, è normale che la gente diventi scontenta. Però è arrivato il momento in cui ciascuno si deve assumere le prorprie responsabilità: le istituzioni, la politica, le federazioni e i tifosi".
La FIFA ha chiesto misure immediate per una situazione definita fuori controllo. Il suo Governo pensa di seguire l’esemoio inglese? Bisogna cambiare le leggi o inasprire le pene?: "È necessario che si capisca definitivamente che non c’è spazio per il razzismo, nè dentro lo sport, nè fuori. Mi riunirò a breve con tutti i rappresentanti dello sport per condividere con loro un vero cambiamento, con sanzioni più dure e più efficaci. Il mio obiettivo è far si che siano gli stessi tifosi civili ad isolare quelli razzisti dentro lo stadio. Se non vogliono farlo per convinzione, con adesione morale, che lo facciano per convenienza. Ho già alcune idee, ma prima voglio confrontarmi con tutti. Il cammino è lungo, ma è arrivato il momento, in Italia, di fare un salto di qualità sull’argomento".
Il tema razzismo sarà dunque una priorità del Governo?: "Il mio mandato da ministro è appena iniziato, ma il mio impegno contro le discriminazioni viene da lontano. È iniziato quando ero Presidente dell'UNICEF ed è continuato come Garante per l'Infanzia. È l’impegno di una vita, che ora ho la possibilità di realizzare anche in ambito sportivo. Il Governo ha voluto un vero Ministro dello Sport perché considera lo sport un'eccellenza italiana, al pari della gastronomia e della moda. Il calcio è divertimento, ma anche un momento di crescita ed un insegnamento di vita. Ed è quello che deve tornare ad essere".
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