Shevchenko: "Il Milan è un film senza fine. Maldini è il suo simbolo"

14 Dicembre 2019
- di
Arianna Botticelli
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MILAN SHEVCHENKO - Andriy Shevchenko ha un posto di diritto nella storia rossonera. Recordman di gol nei derby, vincitore di tanti trofei, conquistati soprattutto con le sue giocate decisive, l'ucraino è il simbolo vincente della grande epopea milanista dei tempi relativamente recenti. L'ex Pallone d'oro del 2004 ha rilasciato, in occasione dell'anniversario dei 120 anni del Milan, un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Eccone i punti salienti.

Shevchenko, quell'amore per il Milan nato da bambino

"Da bambino ero un tifoso, era il club che seguivo di più dopo la Dinamo Kiev. Vedevo le partite in tv, ricordo le finali di Coppa dei Campioni: quella vinta a Barcellona contro la Steaua, l'altra persa con l'Olympique Marsiglia, quella dominata contro il Barcellona di Cruijff. Adoravo il Milan, per quello volevo venire a giocare in rossonero".

Sheva, i ricordi dei primi tempi al Milan

"L'accoglienza dei ragazzi fu caldissima. Billy Costacurta, Ambrosini, Demetrio Albertini e naturalmente Paolo Maldini: i senatori mi fecero subito sentire a mio agio. Anche con Zvone Boban e Leonardo parlavo tantissimo. Sentirsi a casa in fretta facilitò il mio inserimento".

Il simbolo del Milan secondo Shevchenko

"Dico Paolo Maldini perché rappresenta il mio Milan. Lui ha attraversato gli anni, è il simbolo del mio tempo, ma è anche un giocatore particolar. Padre capitano, come lui, e poi allenatore, mentre lui ora è dirigente, con un figlio che gioca nel Milan".

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