SKY MILAN 1994 - Una squadra che è entrata di prepotenza nella storia del calcio italiano. E non potrebbe essere altrimenti, per un club che ha stradominato un campionato. E lo ha chiuso con il record, quasi totalmente insuperabile, di 15 gol subiti. Tanto da rendere funzionali i soli 36 gol segnati, in tutta la stagione. Uno in più di Atalanta e Udinese, entrambe retrocesse in quella stagione.
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Stiamo parlando del Milan 1993/94 allenato da Fabio Capello. Una squadra in cui primeggiava la linea difensiva Tassotti-Baresi-Costacurta-Maldini. Ma anche che si basava sui polmoni di Donadoni (recordman di presenze per i rossoneri), sulla tecnica di Boban e sui gol di Massaro, Savicevic e Papin (a dire il vero, non brillantissimo, nella sua parentesi al Milan).
Sky ha deciso di dedicare a questa squadra una serie TV in due puntate, in cui sono state raccolte anche le preziose dichiarazioni di molti addetti ai lavori e di chi ha preso parte, direttamente o meno, all'incredibile cavalcata.
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Milano, 6 maggio 2024. Tornano le grandi produzioni originali di Sky Sport: da domani, martedì 7 maggio, arriva Milan 1994, più che una squadra, un appuntamento unico in onda su Sky, in streaming su NOW e disponibile anche on demand. La nuova produzione in due episodi da un’ora ciascuno – entrambi in onda su Sky Sport Calcio, il primo episodio alle 19 di martedì 7 maggio, la seconda puntata alle 14.30 di sabato 18 maggio - racconta tutte le tappe di una stagione calcistica vincente e controversa, contrassegnata dalla discesa in campo politico del presidente del Milan, Silvio Berlusconi, e dal primo trionfo in Champions League per l’allenatore Fabio Capello.
Franco Baresi (Capitano del Milan 1982-1997), Alessandro Costacurta (25 trofei con il Milan, di cui 5 Coppe Campioni/Champions League e 2 intercontinentali), Filippo Galli (“Lo squalo bianco di Villasanta”, al Milan dal 1981 al 1996. Con i rossoneri, in tredici stagioni, ha vinto 5 campionati, 3 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 3 Supercoppe europee, 4 Supercoppe italiane), Paolo Maldini (27 trofei conquistati in carriera col Milan, calciatore dell'anno per World Soccer nel 1994), Mauro Tassotti (Capitano del Milan il 18 maggio ‘94). Basterebbero questi cinque nomi per indentificare non solo un singolo reparto, ma una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano: il Milan del 1994. Guidata in panchina da Fabio Capello, quella formazione era composta da grandi campioni che erano cresciuti insieme sin dal vivaio, e insieme avevano già vinto, ma volevano superarsi e vincere ancora. Nasce dalle loro voci e da quelle del “genio” Dejan Savicevic (8 trofei col Milan in 6 anni, 1992-1998), di Fabio Capello (4 trofei con il Milan nel ’94), Adriano Galliani (29 trofei in 31 anni con il Milan) e di tanti cronisti dell’epoca il racconto di quella squadra e della tortuosa e trionfale cavalcata di cui furono protagonisti tra il 1993 e il 1994.
Milan 1994 - Più che una squadra è un minuzioso lavoro di ricostruzione giornalistica, alimentato dal copioso materiale di repertorio di Telepiù e Sky Sport, recuperato e restaurato, per ripercorrere quell’anno calcistico sospeso tra sport e politica, culminato con il trionfo rossonero in Champions League il 18 maggio 1994, nella stessa notte in cui veniva confermata in Senato la fiducia a Berlusconi. La voce di un milanista celebre, dj Ringo riaccende il ricordo della finale del 1994 nella mente di Alessandro Costacurta che, insieme al capitano e leader di quella difesa eccezionale, Franco Baresi, restò escluso dalla sfida contro il Barcellona. Inizia così il viaggio nei ricordi. Dal prezioso archivio riemergono volti che hanno fatto la storia dei programmi sportivi sulle tv private. Da Aldo Biscardi e Maurizio Mosca ai giovanissimi Giorgio Porrà e Fabio Caressa, già in prima linea nel racconto calcistico, sono tantissimi i contributi che hanno permesso di ricostruire fedelmente il cammino dei rossoneri nella stagione 1993/94, a partire dalla sconfitta nella finale di Champions League del maggio 1993, contro l’Olympique Marsiglia. Poi lo scandalo che portò alla squalifica dei francesi, il mercato a sorpresa con l’arrivo di Desailly, grazie alla spericolata operazione di Galliani, il caso Savicevic; la doppia sconfitta nelle coppe, il 14° scudetto, la doppia squalifica di Costacurta e Baresi e le provocazioni di Johann Cruijff alla vigilia della finale. Tutto questo scandito dalle vicende politiche che stavano letteralmente ribaltando lo scenario del Paese. La narrazione prosegue incalzante con le oltre trenta voci di repertorio dei protagonisti dell’epoca (tra cui calciatori, giornalisti, politici, uomini di spettacolo) e le testimonianze attuali di Fausto Bertinotti (nel ‘94 Segretario di Rifondazione Comunista), Paolo Mieli (nel ‘94 direttore del Corriere della Sera), Santi Nolla (direttore del Mundo Deportivo), Licia Granello (nel ’94 giornalista di La Repubblica), Paolo Condò (nel ’94 giornalista di La Gazzetta dello Sport), Alberto Costa (nel ’94 giornalista del Corriere della Sera), Carlo Pellegatti (nel ’94 giornalista per le reti Fininvest), Luca Serafini (nel ’94 giornalista di TELE+), Gianni Visnadi (nel ’94 giornalista di Tuttosport) e degli ex avversari Lorenzo Minotti (vincitore della Supercoppa ’93 col Parma) e Hristo Stoichkov (attaccante del Barcellona di Cruijff finalista in Champions nel 1994).
Inoltre, su Sky e NOW è disponibile on demand Aspettando Milan 1994: Billy&Diego: una divertente anteprima con una chiacchierata speciale su cinema, passione calcistica e politica, tra Alessandro “Billy” Costacurta e un super tifoso testimone di quegli anni: Diego Abatantuono.
Il progetto Milan 1994 - Più che una squadra è di Riccardo Gentile con Veronica Baldaccini, Davide Bucco e Valentina Campus, coordinato da Sara Cometti, con la realizzazione e il montaggio del team guidato da Leopoldo Muti, composto da Sergio Quadrello, Alma Cardellini, e Andrea Rappazzo, con le grafiche di Andrea Gilardi e Salvatore Allegrezza e la produzione di Chiara Telleschi.
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Milan 1994, più che una squadra - Episodio 1
Il Milan 1993-1994 si prepara a vivere una stagione ricca di contraddizioni, diviso tra la rincorsa alla Champions e la possibile discesa in campo del suo presidente, Silvio Berlusconi.
Martedì 7 maggio
Ore 19.00, Sky Sport Calcio
Milan 1994, più che una squadra – Episodio 2
Dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi al successo del Milan in Champions League, il racconto di una stagione memorabile attraverso le voci dei protagonisti e un ospite speciale.
Sabato 18 maggio
Ore 14.30, Sky Sport Calcio
Alcune testimonianze
Adriano Galliani:
"Nell’autunno del 1993 Silvio Berlusconi pensa di entrare in politica: “Fondo un partito - mi dice - che si chiamerà Forza Italia, vinceremo le elezioni e diventerò Presidente del Consiglio".
"Il Milan 1993/94 era più di una squadra. Il segreto era una linea di comando semplicissima: per tanti anni c'è stato quel presidente, quell’amministratore delegato, quel direttore sportivo, sempre loro. Il Milan aveva delle unicità irripetibili, molti giocatori nati nei dintorni e cresciuti nel nostro settore giovanile, che sono stati con noi per 20/25 anni. Il senso di appartenenza, la maglia che è una seconda pelle, è tutto verissimo".
"La stagione 1993/94 è stata la migliore della nostra vita"
Mauro Tassotti:
“Quel Milan era un Milan che ancora aveva il ricordo di Arrigo Sacchi, che aveva fatto un lavoro straordinario, secondo me, e che Capello ha proseguito. Era un Milan che aveva tanta fame ancora e che ha continuato a vincere”.
Dejan Savicevic:
“Berlusconi mi ha detto: Se sei un genio, me lo dimostri domani ad Atene”.
Fabio Capello:
“Con Savicevic il rapporto è stato inizialmente conflittuale, per una semplice cosa: quando lo toglievo Berlusconi mi chiedeva: “Perché lo hai tolto?” ... Perché non correva più e quindi non potevamo giocare in dieci contro undici”.
“La nascita di Forza Italia l’ho vissuta da dentro perché Berlusconi veniva a salutare la squadra a Milanello e poi continuava certe riunioni a tavola ed io ero lì presente”
“Senza Costacurta e Baresi diventava tutto più difficile, conoscendo il valore di questi due giocatori”.
“Sicuramente questa vittoria è stata la più importante, certamente insperata nei pronostici e quindi ancora più bella. Ma soprattutto anche per il numero di gol. Non è facile vedere una finale di Champions con tanti gol con tante occasioni e quindi è stato qualche cosa di indimenticabile”.
Franco Baresi:
“Sicuramente finì l'era degli olandesi. Sapevamo quello che erano stati per noi e per il Milan, però ho sempre pensato che questo Milan potesse ancora avere dentro qualcosa da dare”
“Quella stagione fu molto particolare perché Berlusconi scese in politica. Io personalmente ero molto curioso e forse anche un po’ pensieroso, nel senso che magari l'avremmo visto meno, sarebbe stato forse meno presente. C'era questa paura tra di noi, nella squadra. Però poi ci siamo accorti che lui voleva fare qualcosa di importante anche per il Paese, oltre quello che stava facendo per il calcio e per noi”.
Paolo Mieli:
“Berlusconi intercettò un’onda e costruì un insieme che trent’anni dopo esiste ancora. Aveva quell’intuito che varie volte nella sua vita gli ha consentito di costruire imprese durature”.
“Ho sottovalutato di Berlusconi il senso che lui trasmetteva di costruzione, ho sottovalutato il fatto che Berlusconi non fosse un uomo ricco perché era un erede, lui era un costruttore. L’Italia aveva bisogno di qualcuno che costruisse un futuro e lui sapeva costruire imprese durature”.
Fausto Bertinotti:
“I tifosi del Milan che non tifano Milan per Berlusconi sono una minoranza, tutte le squadre sono del padrone. Non c’è nessuna parentela, anzi, se Berlusconi si fosse occupato solo del Milan sarebbe stato meglio per tutti, per il Milan e per l’Italia”.
“L’ingresso in politica di Berlusconi cambia tutto: sport spettacolo e politica si uniscono, diventa la società della spettacolarizzazione”.
Luca Serafini:
“Era un periodo epocale molto particolare perché si arrivava dalla caduta rovinosa della Prima Repubblica, da Tangentopoli. Stavano cambiando usi e costumi, si respirava come spesso accade in Italia, un vento nuovo. Quindi c'era anche una certa euforia perché si pensava che fosse stato abbattuto un sistema corrotto che non funzionava”.
“Tutti noi che vivevamo Berlusconi eravamo convinti che avrebbe creato dell'Italia una specie di Svizzera. Tutti fermi al semaforo, le strade pulite, la gente elegante, ordinata. Tutti avevamo quell'utopia”.
Gianni Visnadi:
“L'arrivo di Marcel Desailly a Milano al Milan è clamoroso e sorprendente. Allora il mercato di riparazione non era gennaio, ma era in autunno. La domenica Boban si fa male in un in un derby e due giorni dopo arriva Desailly. Siamo al mese di novembre…”.
Licia Granello:
“Bisogna capire cos'era quel Milan: una squadra straordinaria che vinceva e dava spettacolo”.
“Berlusconi scende in campo ed è una frase che campeggia larghissima nel mondo del giornalismo sportivo e non solo. Il Milan smette di essere solo una squadra, ma diventa un possibile veicolo di promozione politica”.
Carlo Pellegatti:
“Il gol di Savicevic di Barcellona arriva direttamente dal Partenone. Ha creato il capolavoro, questo arc en ciel, questo arcobaleno meraviglioso che si è infilato. Quelli sono i gol che passano alla storia. La griffe del grande campione nella grande partita”.
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