Sacchi: "Il Milan non è più un collettivo"

30 Gennaio 2023
- di
Redazione RS
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Arrigo Sacchi
Tempo di lettura: 2 minuti

SACCHI MILAN CONSIGLIO - È innegabile la crisi che in questo momento sta vivendo il Milan e la fatica che stanno facendo in particolar modo i nuovi arrivi di mercato dell’estate scorsa. Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha tentato di dare un consiglio a Pioli e ai rossoneri per trovare la chiave giusta per ripartire, sottolineando: “Con l’avvertenza, però, che non è il caso adesso di sparare sulla Croce Rossa. Le cose non vanno bene, ma si può rimediare”.

L'analisi di Sacchi su ciò che sta accadendo al Milan

“Il Milan non è più un collettivo. Ha vinto lo scudetto giocando come una squadra ora si sono perse quelle caratteristiche. Può capitare. Giocare “di squadra” non è un imperativo etico, ma permette di essere più efficienti. 

Era una squadra di grande movimento, i reparti sempre connessi e vicini, i giocatori si aiutavano. Giocavano come i padri fondatori avevano immaginato si dovesse fare: il calcio è uno sport collettivo e offensivo, mentre in Italia lo abbiamo sempre considerato uno sport individuale difensivo. Il Milan si distingueva, era europeo. Ora non più”.

LE PAROLE DI PIOLI AL TERMINE DI MILAN SASSUOLO

Il consiglio di Sacchi al Milan

“Risolvere un problema alla volta. Se si vuole intervenire su tutto, non si combina granché. Pioli è stato bravissimo, adesso deve convincere i giocatori. Bisogna entrare nelle loro teste.

Ritornare a essere una squadra. Nel Milan ci sono tanti ragazzi che non hanno molta esperienza e magari non sono tecnicamente al top. Se giocano individualmente, si perdono”.

Sacchi sul tornare a essere squadra

“Gli attaccanti devono rientrare e i difensori devono salire, così la squadra si accorcia. E poi distanze corrette, pressing e possesso palla con attacchi dello spazio.

Io ragionerei così: pensiamo a come si possono chiudere bene gli avversari, così se li anestetizziamo possiamo stare più tranquilli, prendere fiducia e diventare ottimisti, condizione 

Le cause della crisi secondo Sacchi

“Con i giovani bisogna avere pazienza, molta pazienza. Questi ragazzi si sono trovati una condizione particolare: da semisconosciuti che erano si sono trovati, dopo aver conquistato meritatamente lo scudetto, improvvisamente proiettati sul palcoscenico. Questo può destabilizzare. 

Adesso i problemi nascono dalla testa. Anche se può essersi aggiunto qualche problema fisico. Alcuni giocatori sono tornati dal Mondiale, forse erano stanchi: queste manifestazioni ti prosciugano”.

Le parole di Sacchi sui nuovi arrivati in casa Milan

“È difficile entrare nei meccanismi di una squadra proprio nel momento in cui la squadra sta accusando qualche difficoltà. Certo, De Ketelaere ha buone qualità, però è alla prima esperienza in Italia, dobbiamo dargli il tempo di capire la nuova realtà. 

Ma ripeto, non è un solo giocatore che può risolvere il problema: è il Milan che tutto insieme deve tornare a essere una squadra. L’anno scorso, pur avendo speso meno di Inter, Juve e Roma, li ha messi tutti dietro. Un capolavoro. Oggi i ragazzi di Pioli sembrano sbadati”.

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