SACCHI MILAN REAL MADRID - 31 anni fa si giocò una partita che cambiò la storia rossonera. Milan-Real Madrid 5-0, con Arrigo Sacchi in panchina. E proprio l'ex allenatore milanista, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport ha raccontato quell'impresa contro una squadra di miti.
"Di quella partita ricordo tutto. Ogni azione, ogni momento. Lì cominciò la rivoluzione. Mi spiego: avevamo già fatto grandi cose, ci ammiravano, però quando tu batti il Real Madrid, cioè il club più vincente al mondo, allora ricevi davvero la laurea. Pensi che, dopo quella partita, in ogni stadio i tifosi avversari gridavano a quelli del Real: "Milan, Milan, Milan!". Me l’ha detto Butragueno: per loro quella sconfitta fu il segnale che erano vulnerabili. Il pubblico fu straordinario, più di 70mila persone che ci sostennero dall’inizio alla fine e ci diedero le energie che servivano. Li ripagammo con una prova di rara bellezza. E vi confesso una cosa: anche gli interisti, per quanto ovviamente non potessero essere contenti dei nostri successi, erano ammirati dal nostro modo di fare calcio. Io, quando tornai a casa quella sera, sentii che avevo realizzato un sogno".
"Il segreto di quell'impresa? La cultura del lavoro: sgobbavamo come matti, curavamo i dettagli e i risultati si vedevano sul campo. E poi il pressing, senza dubbio. Squadra corta, aggressiva: se uno porta il pressing a destra, tutti quelli del reparto ruotano e danno copertura. All’inizio, quando sono arrivato al Milan, è stata dura convincere i giocatori, ma poi ci sono riuscito grazie all’aiuto della società e adesso, trentun anni dopo, siamo ancora qui a parlarne. Significa che abbiamo fatto qualcosa di grande".