Milan, Scaroni: "Spero che il derby possa decidere lo scudetto"

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Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha rilasciato importanti dichiarazioni a Radio GR Parlamento. Molti, i temi trattati dal patron rossonero: dalla situazione di forma attuale del club, al futuro, passando per un eventuale ruolo nel club per l'ex leggenda rossonera, Zlatan Ibrahimovic.

Scaroni è sicuro: "Vogliamo tanti giocatori forti rimanendo sostenibili"

Sugli obiettivi del Milan

"Intanto mi voglio godere questo bilancio in positivo, dopo tutti questi anni, nei quali ho dato un piccolo contributo. Questa era un obiettivo tanto desiderato e ci siamo arrivati. Quando parliamo di obiettivi, io dico sempre la stessa cosa: quello del Milan è stare sempre in Champions League. Sia per questioni economiche, che per i tifosi di tutto il mondo”.

Sul derby scudetto

"Mi auguro che il derby possa davvero decidere lo scudetto. E che nel prossimo derby possiamo tornare a sorridere, dopo gli ultimi cinque. I nostri tifosi hanno sofferto tanto per le sconfitte. Il derby perso in questa stagione non vale il doppio, come si dice. Ma quando leggo il bilancio dei derby giocati nel 2023, sono sconfortato. Dopo il 5-1 sono stato male per un giorno intero. Però, per fortuna, abbiamo rialzato la testa ed ora penso non ci siano più i residui di quella partita. Contro la Lazio ho visto una squadra unita e serena, che guarda sempre alla strada ancora da fare, senza rimorsi per il passato".

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Sul mese di ottobre

"La prossima partita è mercoledì a Dortmund ed è la prima di un calendario terrificante nel mese di ottobre. Però, noi dobbiamo fare bene in tutte le competizioni”.

Sul bilancio in attivo

“Il Milan è un’azienda ed io mi occupo da tutta la vita di aziende. Bisogna far lievitare i ricavi: quelli relativi all'ultimo bilancio sono raddoppiati rispetto a quattro anni fa. L'attenzione principale va messa sui costi per la prima squadra e noi cerchiamo di seguire una politica attenta. Vogliamo tanti giocatori forti per la nostra squadra, ma siamo sempre molto attenti agli stipendi, che sono costi che gravano pesantemente sulle finanze. E sono anche il fattore che determina e rende difficili eventuali cessioni o prestiti”.

Sugli stadi italiani

"Che le strutture in Italia siano obsolete è un dato di fatto. Il motivo è che ci sono tantissimi ostacoli e ciò che noi stiamo vivendo a Milano, succede ovunque. Anche il commissario deve essere sostenuto da un corpo di leggi che permettano si superare gli ostacoli. altrimenti anche lui farebbe fatica. L’ultima volta che si è investito negli stadi è stato in occasione di Italia '90, quando sono stati ingranditi degli stadi già esistenti. Ora c'è biosgno di stadi nuovi”.

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Sul suo ruolo di presidente del Milan

“È bello ricoprire questo ruolo, quando si vince. Meno, quando si perde. Quando abbiamo perso 5-0 contro l’Atalanta, nel 2019, sono stato male per tre giorni. Con l'Inter siamo partiti dall'idea di costruire un nuovo stadio, perché ristrutturare San Siro era impossibile. Sulla costruzione di un impianto totalmente nuovo, ci hanno bloccato in tutti i modi. E qui allora abbiamo dovuto scegliere, come fanno le big europee, di avere ognuno il suo stadio. Noi eravamo disposti a rinunciare allo stadio unico, anche perché con l’Inter c'è sempre stato accordo su questo tema. E poi, perché San Siro ha un fascino iconico".

Addio a San Siro?

"Non c'è ancora la certezza che abbandoneremo San Siro. C'è il vincolo sul secondo anello, che mi fa pensare che sia stata una decisione presa in un San Siro vuoto. E questa cosa ha messo in difficoltà sia noi, sia il sindaco. Lo stadio appartiene al Comune di Milano e quindi tocca al Sindaco discutere e provare a ribaltare questa scelta. Nel progetto dello stadio di San Donato, tutto il tetto sarebbe ricoperto di pannello solari e c'è un preciso lavoro a tema ambientale. Sarebbe uno stadio molto più ecologico rispetto a San Siro".

Sul progetto di Milan sostenibile

“Furlani e io dobbiamo ringraziare molto RedBird per il lavoro che sta facendo. La “rivoluzione” che si sta compiendo è dettata dalla necessità di una maggiore sostenibilità. Oggi non esiste più il ricco di turno, che arriva e versa subito 100 milioni nelle casse. Se lo facesse, la UEFA lo bloccherebbe subito. Noi abbiamo l'ambizione di essere sostenibili, prima del calciomercato. Il bilancio dell'ultima stagione è in positivo anche senza la cessione di Sandro Tonali. Ed ora vogliamo chiudere i conti in positivo a prescindere dai ricavi provenienti dal calciomercato. Lo scorso anno non siamo stati molto soddisfatti degli acquisti fatti, ma ora sembra che le cose stiano andando meglio”.

Sui nuovi acquisti

“Mi piacciono tutti i nuovi che sono arrivati. E mi piace anche aver "recuperato" un giocatore come Yacine Adlì, che lo scorso anno ha giocato poco. Fare un acquisto e vederlo inserito bene in squadra non è sempre facile. Noi siamo contenti che quest'anno ci stiamo riuscendo”.

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Su Ibrahimovic

“Ibra ci viene a trovare spesso, era anche sabato allo stadio. Ha parlato con Cardinale, poi con me e con Furlani. Adesso si è preso un anno sabbatico, ma se un giorno decidesse di accettare un ritorno al Milan, noi saremo molto contenti di accoglierlo”.

Sui diritti TV in Italia e in America

“Per quanto riguarda il lavoro sui diritti TV in Italia, posso ritenermi moderatamente ottimista e sono convinto che troveremo un accordo vicino a quello attuale. Mentre, sono più preoccupato per il mercato americano: il Milan ha bisogno di accrescere la sua fama nel mercato USA”.