Nocerino: "Col Milan l'amore è stato forte. Il derby? San Siro diventa straordinario". E su Ibra racconta che...

6 Febbraio 2020
- Di
Arianna Botticelli
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Tempo di lettura: 3 minuti

NOCERINO MILAN - Antonio Nocerino, grande protagonista coi colori rossoneri soprattutto nella stagione 2011-12 con ben 10 realizzazioni in Serie A, ha rilasciato una lunga intervista a Calciomercato.com. Spaziando dal derby alla sua esperienza al Milan, passando, ovviamente, per Ibrahimovic. Grazie al quale Nocerino segnò così tanto pur essendo un centrocampista di contenimento. Ecco le sue parole.

Nocerino-Milan, una storia d'amore

"Ho avuto questa fortuna, mi hanno sempre voluto bene. Con l'ambiente Milan l'amore è stato forte, posso definirlo come un colpo di fulmine. Ricordo i cori dei tifosi rossoneri a fine partita quando giocavo nel Parma e avevo appena segnato un gol proprio al Milan. Questo vale più di qualsiasi altra cosa. Un giocatore normale, come lo sono stato io, se ha questi apprezzamenti vuole dire che ha fatto più di quello che era nelle sue potenzialità. Per me vale più di una rete".

Sul derby di Milano

"Sono convinto che quando c’è un derby le considerazioni su chi sia favorito vengano meno. Non si guarda la classifica, né gli avversari, niente proprio. Anche perché il derby è una partita nella partita, non si guarda assolutamente niente. Ti fa tirare fuori energie che non credevi nemmeno di avere. San Siro già è uno spettacolo normalmente, quando ci sono i derby diventa qualcosa di straordinario, ha un fascino allucinante. Per me comunque è una partita aperta, si parte da tutte queste cose che ho appena elencato. Il campione, ad esempio, non ha bisogno di prepararsi, di preparare chissà che cosa. Il campione è abituato a partite del genere. Io ricordo che c'erano alcuni grandi calciatori che preferivano giocare partire di questo tipo, avere la pressione".

Nocerino sulla pressione nel derby

"Tutti i campioni al Milan erano così, preferivano giocare queste partite. Tra questi, ovviamente, c’è Ibrahimovic. Questo perché l'adrenalina è più alta, la pressione è più alta. Ricordo, tantissimi anni fa, quando San Siro fischiò un fenomeno come Seedorf e lui, con una serenità incredibile, chiedeva la palla come se nulla fosse successo. Come a dire <Non c’è problema: andiamo avanti>. Questo ti fa capire la grandezza di questi giocatori. Lì capisci che i campioni sono così perché totalmente diversi nella testa".

Sulla sfida Ibra-Lukaku

"Ibra lo conosciamo tutti, ha una storia incredibile. Lukaku, al primo anno in serie A, si sta affermando a grandissimi livelli. Non è certo facile arrivare in Italia, in un campionato decisamente molto tattico e difficile, e fare così tanti gol fin da subito. Lui sta facendo benissimo, alla grande e si sta dimostrando un campione".

Nocerino su Ibra e i loro trascorsi assieme nel Milan

"Zlatan è un ragazzo che pretende tantissimo da se stesso e dagli altri. Sicuramente ti aumenta il livello di concentrazione, ti fa aumentare il tuo livello personale perché pretende non il 100 ma il 200%. È un bene, in questo momento è anche un parafulmine che magari alleggerisce la pressione nei confronti degli altri giocatori della rosa. Ricordo che per un passaggio sbagliato si arrabbiava tantissimo. Ma lui è così, pretende tantissimo. Ma poi devo dire che finiva tutto lì. Io sicuramente posso dire che se non hai personalità con lui non puoi giocare. Si dice che ora sia cambiato? Si, può essere che abbia ragione Boban nel vederlo cambiato. È entrato in uno spogliatoio di ragazzi molto più giovani e ha limato queste cose. Ma in campo no, lui pretende: non vuole sapere niente. Lui pretende, vuole vincere e non cambia mai in campo. Chi è un vincente lo è sempre".

Nocerinio sulla lite tra la moglie ed Ibra su Instagram

A proposito della lite che vide come protagonisti la moglie e Zlatan Ibrahimovic su Instagram, il centrocampista napoletano ha dichiarato: "Non ci siamo sentiti anche perché non c’è niente da spiegare. Ovviamente mia moglie prese le mie difese, giustamente. È finita lì, se uno va a vedere realmente i gol che avevo fatto lo capisce da solo. In Italia si mettono le etichette e mi associano a lui, ma va bene così".

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