MILAN TAARABT INTERVISTA - Adel Taarabt ha rilasciato una lunga intervista a Gazzetta.it. L'ex attaccante rossonero ha parlato della sua esperienza al Milan, raccontando diversi aneddoti e della depressione che lo colpì dopo il mancato riscatto da parte del Diavolo.
"I tifosi mi hanno amato e me lo dimostrano tuttora. Mi scrivono sui social, salutano quando mi incontrano nei ristoranti italiani qui a Dubai. Sono stato solo sei mesi eh. E infatti ogni volta mi chiedono come mai Galliani non mi abbia riscattato… Non vorrei sembrare arrogante, ma in quei sei mesi sono stato di gran lunga il miglior giocatore della squadra. E c’erano Balotelli, Kakà, Robinho. I tifosi lo sapevano, Seedorf mi voleva bene, io stavo da Dio. Dopo soli due mesi si parlò del riscatto, ma in estate cambiò tutto. Inzaghi disse ai piani alti di non voler puntare su di me perché preferiva Cerci (poi arrivato a gennaio 2015 ndr). Lo rispetto, ma sentirmi dire una cosa del genere no. Ora tutti vedono che carriera sta avendo come allenatore. Suo fratello ha fatto bene, lui invece…".
"Ci ho messo 18 mesi a recuperare. Volevo mollare tutto. Immagina di indossare la maglia del Milan, giocare a San Siro, far sognare i tifosi e poi via, tutto finito. Quando sono tornato al Qpr, un club che amo e rispetto, ero svuotato. Nella mia testa era impossibile giocare lì".
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