MILAN PIOLI INTERVISTA - L'allenatore del Milan Stefano Pioli ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera. Il tecnico rossonero ha parlato dell'arrivo di Zlatan Ibrahimovic, ma anche della stagione in corso e dei progetti futuri: "Ibra è un guerriero, un leader, un giocatore carismatico che ha grande senso della responsabilità e grande voglia di vincere. Sarà di stimolo per tutta la squadra, il suo apporto sarà fondamentale. Essendo la squadra più giovane del campionato qualche limite a livello di cattiveria agonistica l’abbiamo riscontrato. Ibra è quel tipo di giocatore, di persona e di leader che potrà aiutarci a colmarlo. Ringrazio la proprietà. Gazidis, Maldini, Boban e Massara hanno lavorato tanto durante le feste".
"Sa fare tutto, sa mandare in gol i compagni, sa occupare bene l’area, saprà essere il punto di riferimento della nostra fase offensiva. L’ho sentito al telefono, è molto carico, non vede l’ora di allenarsi con noi, come io di averlo. Cosa mi ha detto al telefono? Gli ho dato il benvenuto, si è informato sulle condizioni della squadra, sui prossimi allenamenti, sulle prossime situazioni da affrontare. Mi ha detto: mister stai tranquillo che sto bene".
"Con la voglia di riscatto, perché abbiamo finito il 2019 nel peggior modo possibile. Ibrahimovic ci dà un motivo in più per essere positivi. L’urgenza da affrontare nel 2020? Dobbiamo diventare più concreti. Siamo costretti a fare un volume di gioco troppo elevato per vincere, siamo una delle squadre che in percentuale sfrutta meno le occasioni create. È un limite grosso, abbiamo lasciato 3-4 punti per questo".
"Mi piacerebbe tanto far parte di un progetto a lungo termine. La mia esperienza più duratura è stata a Bologna due anni e mezzo. Mi piacerebbe allenare una squadra 4-5 anni, perché c’è tanto da creare come spirito, come cultura. Non si può fare a meno dei risultati, ma credo che la difficoltà maggiore sia la valutazione degli obiettivi a inizio anni: se pensi che la tua sia meglio di quello che è, diventa difficile centrare gli obiettivi e di conseguenza tenere l’allenatore. L’allenatore fortunato è quello che va in una società che ha un giudizio realistico degli obiettivi della squadra".
"A me la società ha chiesto di fare il massimo per raggiungere gli obiettivi più alti possibili. Non mi ha chiesto per forza la Champions, ma di sfruttare i giocatori a disposizione, consapevole di avere una squadra con qualità".
"Nessun dubbio su Paqueta, è una mezzala. Lavora con impegno e generosità, ma deve diventare più determinante: che significa che o fa gol o deve far fare gol. Piatek? Se giochi nel Milan e arriva un giocatore di qualità devi essere stimolato e contento: più sono e più si alzano le possibilità di vincere".