MILAN CALABRIA INTERVISTA - In rossonero dall'età di 11 anni, Davide Calabria è diventato un vero e proprio simbolo del Milan attuale, di cui ora indossa anche la fascia da capitano. Il terzino si è raccontato ai microfoni di RadioTV Serie A, ai quali ha parlato della sua esperienza con il Diavolo.
«La fascia da capitano del Milan pesa perché è una tra le più importanti nella storia, è stata la fascia di Baresi, Maldini e tanti altri. Firmare a vita con il Milan? Perché no, questa maglia sarà sempre parte di me. La gente sa chi sono, i bambini mi conoscono e rappresenterò sempre il Milan: continuare in questa famiglia sarebbe per me un grande onore. Sono una bandiera? Se sono rimasto qui, significa che qualcosa c'è. Quindi sì, posso rivedermi in questo termine».
«Il Milan, per me, è tutto. Sono cresciuto in una famiglia milanista, andavo con loro allo stadio prim'ancora di indossare questa maglietta. La mia prima volta a San Siro? Avevo 6 anni, era una partita di Champions League. Era un Milan incredibile, una delle squadre più forti di sempre. In camera avevo il poster di Kakà con la sua classica esultanza con le dita alzate verso il cielo. Kakà è stato uno dei miei idoli assieme a Shevchenko. Gli idoli aiutano a sognare, perché speri di arrivare al loro livello».
«Sono cresciuto nella squadra di paese, come tanti ragazzi. Mi piaceva giocare in mezzo al campo, un ruolo che ancora oggi mi appassiona. Ma il primo allenatore che mi fece giocare da terzino fu Filippo Inzaghi. Per necessità mi mise a sinistra. Quell'anno feci molto bene, e sono sempre rimasto in quel ruolo. Inzaghi è stato l'allenatore che mi ha permesso di fare lo switch in carriera, sia nel settore giovanile, sia in prima squadra, facendomi esordire».