MILAN INTER SERIE A DERBY – Derby ancora una volta amaro per il Milan. I rossoneri escono sconfitti al termine della 224esima stracittadina, la numero 171 in campionato, contro l’Inter e restano a quota 6 punti in classifica. Esordio amaro per Marco Giampaolo, che perde il suo primo derby in carriera: a San Siro decidono le reti nella ripresa di Brozovic e Lukaku. Altra delusione per i rossoneri, che non vincono per la settima volta di fila contro i ‘cugini’ nerazzurri: 4 sconfitte e tre pareggi per il ‘Diavolo’, che manca l’appuntamento con i tre punti dal 30 gennaio 2016.
La grande sorpresa in casa Milan dal primo minuto è Rafael Leao. Marco Giampaolo, allenatore dei rossoneri, manda in campo l’ex Lille dall’inizio. Il classe 1999 ha la meglio su Paquetà e Rebic, che vanno in panchina, e parte accanto a Piatek nel 4-3-1-2; Suso viene arretrato di qualche metro rispetto alla trasferta di Verona e scala nel ruolo di trequartista. Confermato Biglia in mezzo al campo, con Giampaolo che punta sull’esperienza dell’argentino rispetto a Bennacer, che parte fuori. In casa Inter, Lautaro Martinez vince il ballottaggio con Politano e affianca Lukaku. Novità Barella a centrocampo, mentre gioca D’Ambrosio sulla corsia di destra al posto di Candreva, che si accomoda in panchina.
La posta in palio è alta, altissima, e la tensione è palpabile nelle prime battute del match. Milan e Inter non voglio commettere il primo errore e giocano in maniera accorta, senza rischiare nulla. Da una parte i rossoneri di Giampaolo, reduci dai successi di misura contro Brescia e Verona; dall’altra gli uomini di Conte, che si presentano alla stracittadina dopo il pari deludente – condito da critiche e notizie filtrate dall’interno dello spogliatoio con il confronto acceso tra Lukaku e Brozovic - dopo la sfida di Champions League contro lo Slavia Praga. Le migliori difese del campionato (un gol subito a testa nelle prime tre uscite) si confermano impenetrabili, ma è un episodio a sbloccare le due squadre e regalare maggiore spettacolo ai 70.440 spettatori di un San Siro sold out: all’11’, uno sciagurato retropassaggio di Rodriguez spiana la strada a Lautaro Martinez, che viene fermato da Donnarumma. Il numero 99 rossonero se la cava e in uscita concede, dopo un rimpallo, solo il corner. L’occasione dà fiducia all’Inter, che preme: al 18’ altro errore dei rossoneri e altra chance concessa agli avversari. Sensi ‘scippa’ la palla a Calhanoglu e lancia Lukaku, che con il sinistro calcia dai 16 metri a girare. Donnarumma para a terra. Il Milan non riesce a uscire dalla propria metà campo e subisce un’altra iniziativa dell’Inter al 21’: Sensi porta a spasso un paio di avversari e appoggia per Lautaro, che calcia di prima intenzione con il piattone destro. Grande risposta del solito Donnarumma, che respinge sui piedi di D’Ambrosio: l’esterno nerazzurro calcia a botta sicuro ma colpisce il palo. Sospiro di sollievo per Giampaolo, che invoca dalla panchina una reazione dei suoi: al 23’ Calhanoglu trova il gol, ma dopo un contropiede gestito proprio dal turco l'arbitro ferma il gioco prima della conclusione per un fallo di mano di Kessié sul tentativo di rinvio di Asamoah. L’Inter torna a spingere e al 36’ è necessario l’intervento del VAR per annullare il gol dei nerazzurri: cross di Barella, rovesciata spettacolare di D’Ambrosio e intervento miracoloso di Donnarumma, che vola e respinge. Poi il tap-in vincente di Lautaro, ma la rete viene annullata e confermata dal Silent Check. Il Milan c’è e vuole far male in contropiede, come accade quattro minuti più tardi: l’inter batte corto un corner ma Suso ruba palla a Sensi e parte in velocità in un coast-to-coast. L’azione dei rossoneri si trasforma in offensiva, con un tre contro due con lo spagnolo a gestire la sfera. Suso sceglie di non servire i compagni e, dopo essere entrato in area di rigore, calcia con il sinistro: provvidenziale l’intervento di Asamoah, che si immola e in scivolata respinge la conclusione. L’ultima emozione del primo tempo porta la firma di un sorprendente Leao, che mostra tutte le sue qualità: sulla sinistra mette a sedere D’Ambrosio e crossa per Piatek, che nel cuore dell’area colpisce di testa ma manda la palla sopra la traversa.
Nessun cambio al ritorno in campo delle due squadre. Passano pochi secondi e il Milan è già sotto: sulla punizione concessa per un fallo di Conti (che viene ammonito) su Sensi, lo stesso ex Sassuolo tocca corto per Brozovic, che controlla e calcia. Palla deviata da Leao e traiettoria che cambia, beffando Donnarumma. Lautaro prova a intervenire, con Doveri che prima annulla per fuorigioco del ‘Toro’ e poi convalida la rete del vantaggio dopo l’On Field Review. Sfortunati i rossoneri nell’occasione: la seconda frazione di gioco parte in salita. La rete del vantaggio scuote degli uomini di Giampaolo, che alzano il ritmo e vanno a caccia del pari. Ma è ancora l’Inter a far paura con un sinistro di Lautaro, respinto con una mano da Donnarumma. Il tecnico del Milan prova a cambiare qualcosa e inserisce Paquetà al posto di Calhanoglu. Il brasiliano dimostra subito di avere gran voglia con un paio di buone giocate nei primi minuti. Con il suo ingresso, i rossoneri alzano il baricentro e controllano il possesso. La buona notizia in casa Milan è l’esordio ufficiale di Theo Hernandez: l’ex Real Madrid rientra dopo l’infortunio alla caviglia e prende il posto di Rodriguez al 72’. Ma nel miglior momento degli uomini di Giampaolo arriva il gol del ko dell’Inter: Barella salta un deludente Conti e mette un cross perfetto sulla testa di Lukaku, che anticipa Romagnoli e di testa disegna una traiettoria perfetta che termina sul secondo palo con Donnarumma che non può intervenire. L’ultimo tentativo disperato di Giampaolo porta il nome di Ante Rebic: il croato prende il posto di Leao. Ma non c’è più nulla da fare. L’Inter sfiora addirittura il tris con Candreva – che colpisce il palo, proprio come Hernandez che sfiora il primo gol in rossonero – e porta a casa la quarta vittoria di fila. Altra serata negativa per il Milan, che non batte l’Inter per la settima volta di fila: l’ultima vittoria nel derby è solo un ricordo lontano.
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