MALDINI MILAN - Paolo Maldini rappresenta il passato, il presente e il futuro del Milan. Ex difensore e capitano rossonero per quasi trent'anni, adesso occupa il ruolo di direttore tecnico del club. Maldini si è concesso ad una lunga intervista alla UEFA, in una sorta di viaggio nel tempo dove ha ripercorso tutti i momenti più belli della sua carriera.
"Sono Paolo Maldini, 25 anni gloriosi in rossonero, membro del club UEFA Champions League 100. Questa maglia rappresenta un po’ la mia vita al Milan. Il numero 3 e i colori rossoneri. Il calcolo è semplice: dal 1954 ad oggi un Maldini ha sempre fatto parte di questo club; prima mio padre come allenatore, poi io come settore giovanile nel 1978 e poi con i miei figli una volta ritiratomi nel 2009".
"Ho giocato in tutti e 4 i ruoli della difesa. Sono ambidestro, ho dovuto lavorare in tante cose: fino a 40-45 anni, nel calcio, puoi sempre lavorare e migliorare tecnicamente. Una delle mie caratteristiche è di aver raggiunto buoni risultati in tutti e 4 i ruoli della difesa”.
"La cosa bella del Milan è che tante volte questi ricorsi succedono. Siamo stati 8 anni senza una finale, poi nel 2002-2003 abbiamo giocato 19 gare – io le giocai tutte, preliminari compresi – di cui la peggiore fu proprio la finale contro la Juventus, forse l’importanza della gara ha fatto sì che lo spettacolo non fosse al massimo livello”.
"Segnai il mio goal nella gara più difficile tra le finali da me giocate. Quello ad Istanbul rimane il goal più veloce nelle finali di Champions League. Fu bello, nonostante la sua drammaticità sportiva: il calcio è bello per questo. Mi fa ridere che ho giocato 8 finali e ne ho vinte 5, ma forse quella del 2005 è quella che più viene ricordata. Ha lasciato sicuramente un segno importante. Era una partita in cui eravamo favoriti, abbiamo giocato molto meglio del Liverpool tenendo sempre noi il gioco in mano. Sono cose dolorose, ma quando le accetti è più facile che tu possa avere un’altra chance”.
"Della partita di Atene non ricordo l’inizio, mi ricordo il goal di Inzaghi, mi ricordo la fine e un po’ della festa. Un’altra cosa divertente è che quando mi sono pelato a tre giorni dalla finale, ogni giorno che mi svegliavo chiedevo se avessi vinto o perso… poi mi ricordavo della vittoria e tornavo a dormire, è stato un risveglio graduale molto felice”.
"Il mio rapporto con il Milan è iniziato nel 1978 e non si è ancora chiuso. Il fatto che la famiglia Maldini sia legata dagli anni ’50 ad oggi a questi colori dice tutto. C’è voglia di migliorarsi, di non guardarsi alle spalle e vedere ciò che ho fatto, ma di guardare al futuro”.