IBRAHIMOVIC LUKAKU PROCURA FEDERALE - Ieri il Procuratore Federale Giuseppe Chiné ha ascoltato Zlatan Ibrahimovic nell'ambito dell'inchiesta della Procura FIGC sull'acceso confronto avvenuto in campo, durante il derby di Coppa Italia, tra lo stesso Ibra e Romelu Lukaku. Collegato in videoconferenza, col giocatore negli uffici di Casa Milan, Chiné ha raccolto la memoria difensiva dello svedese. Ecco cosa riporta La Gazzetta dello Sport.
Alla presenza dell’avvocato Cantamessa, legale del club e del campione svedese, e di un rappresentante della Procura, l’avvocato Fabio Esposito, Ibrahimovic ha respinto le accuse di razzismo. Il fuoriclasse scandinavo avrebbe sì provocato il belga, ma senza scadere nel razzismo. La frase incriminata (quella sui riti voodoo che Lukaku farebbe con la madre), farebbe riferimento ad un episodio risaputo in Inghilterra. Il fatto creò scalpore già all'epoca, ma sarebbe solo parte del gioco di provocazioni messo in atto dall'attaccante. Non sembrerebbero dunque esserci i presupposti per ufficializzare una condotta di stampo razzista da parte di Ibra.
L'articolo 28 del Codice di giustizia sportiva, che condanna "ogni condotta che comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale", non sarebbe stato violato dallo svedese. Anche Tuttosport afferma che Ibra non rischierebbe alcuna squalifica. Secondo il quotidiano torinese la Procura non avrebbe mosso alcun addebito con aggravante discriminatoria all'attaccante rossonero.
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