KESSIE - Franck Kessié è finito sulla copertina di SportWeek, noto settimanale allegato a La Gazzetta dello Sport, a cui ha anche concesso una lunga interbista. "Sì, da bambino tifavo Milan e andavo matto per Shevchenko. Il Milan era anche la mia squadra alla Playstation. Era facile tifare per loro: a quei tempi vincevano tutto. Quando ho indossato per la prima volta la maglia rossonera non ci credevo. Pensai che avrei dovuto sudare per quella maglia, perché del Milan io ero anche tifoso. È quello che cerco di fare a ogni partita. Giocare la Champions col Milan sarebbe grandioso".
"Se ho qualcosa da dire a un compagno non lo faccio davanti a tutti perché non so come lui possa reagire. Lo prendo da parte e gli spiego. In partita è più difficile, perciò può capitare che cacci un urlo. Se qualcuno cammina gli faccio: “Dai, corriamo che dobbiamo vincere!”. Nelle rappresentative giovanili della mia nazionale, la Costa d’Avorio, sono sempre stato il capitano. Sono abituato a essere il primo a metterci la faccia, in campo e fuori. Parlo con tutti, a cominciare dai più giovani: Hauge, Daniel Maldini… Anche con quelli della Primavera che ogni tanto si allenano con noi, come Mionic".
"Per tornare grande al Milan manca la continuità nei risultati. Le grandi squadre non si accontentano mai, vogliono vincere tutte le partite. Questa deve essere la nostra mentalità. Sappiamo che non è possibile vincere sempre, ma dobbiamo provarci. Ma siamo già una grande squadra".
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