IBRAHIMOVIC UDINESE MILAN INTERVISTA - È tornanto titolare dopo più di 400 giorni dall'ultima volta, ha segnato il record di più 'vecchio' ad aver segnato un gol in Serie A, ma Zlatan Ibrahimovic non è bastato per consegnare al Milan la vittoria. Queste le sue parole rilasciate nell'intervista ai microfoni di DAZN e Sky al termine della sfida di Serie A tra Udinese e rossoneri, andata in archivio con il risultato di 3-1.
"Si sapeva che non era una partita facile. Non abbiamo giocato al nostro livello, poi quando perdi non voglio avere scuse. Ci sono due scenari: quando giochi per essere campione d'Italia e quando sei campione d’Italia, tutti ti vogliono battere il Milan. Se vedi segnare l’Udinese oggi è come se avessero segnato in una finale, questa squadra non ha esperienza nel giocare da Campione d’Italia, ma si sapeva dall’inizio del campionato. Non abbiamo tenuto il nostro ritmo e il nostro livello".
"Ismael oggi è venuto in camera mia e mi ha detto che voleva che fossi il capitano. Gli ho detto va bene, ti tolgo questa pressione (ride, ndr). Stavo bene, mi sono preparato nel miglior modo che potevo fare. Purtroppo la partita non è andata bene, dobbiamo alzare il livello”.
"Non so se sono felice, ma preferisco sentirmi giovane. Mi dispiace non aver vinto la partita, ma non è una piccola cosa aver rappresentato il Milan come capitano. Sono orgoglioso di entrare nella storia di questo club, che è un grande club con grande storia, grandi giocatori che hanno fatto grandissime cose. Il fatto che ci sia il mio nome in mezzo a questo mi dà tanto e significa tanto per me.
Avrei voluto i 3 punti, era la mia prima volta da capitano ma la partita non è andata come volevo. Mi sentivo bene, molto bene. Erano 14 mesi che non iniziavo una partita. L'importante è stare bene e se sto bene come oggi posso giocare. Credo in me stesso".
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"Non sembra felice per il momento, ma stiamo facendo di tutto per farlo stare bene. C’è tanta pressione, si parla tutti i giorni di lui, ma lui deve essere concentrato e fare la differenza, non è che meno bravo dell’anno scorso, deve trovare l’equilibrio".
"Bisogna capire, ci sono due scenari. Uno è quando giocare da campione d'Italia e uno per diventare campione d'Italia. Quando giochi da campione d'Italia hai più pressione, sei obiettivo di ogni avversario. L'anno scorso era una situazione totalmente differente. Quest'anno giochiamo tutte le partite sotto pressione, normale quando sei un grande club. Il Milan è campione d'Italia e tutti vogliono battere il Milan. E questa squadra non ha l'esperienza di giocare da campione d'Italia, ecco spiegati gli up and down".
"C'è ancora spazio per emozionarmi. Ismael è venuto in camera mia e mi ha detto che avrebbe voluto cedermi la fascia. Per la titolarità di oggi non ero emozionato, ero concentrato. Ho cercato di prepararmi nel miglior modo possibile".
"Ognuno vuole giocare in Champions. Quando era il momento di mettere i nomi in lista non ero pronto. Rispetto la scelta e non posso far altro che preparare la squadra, i miei colleghi, nel migliore dei modi. Stando vicino a loro sempre.
Noi dobbiamo continuare a lavorare, dobbiamo studiare ogni partita gli errori commessi, il calcio è così".
Molto positivo. Parlo da italiano e dico che siamo partiti con 7 squadre, ora ne abbiamo 6. Questo è importante per il ranking. La Serie A sta bene, dicono che non è bella come la Premier League ma l'Italia ha vinto un Europeo e ha sei rappresentanti in Europa. Il torneo va avanti e sta crescendo".
"Se sto bene voglio continuare. Chi smette si lamenta di aver smesso perché stava bene. E io finché sto bene posso continuare a giocare. L'essere tornato dopo 14 mesi per me è una rivincita. Al Milan sto bene. Poi dipende da loro, cosa cercano, cosa puntano. Io sono disponibile".
"Ho tirato bene il primo, ma il portiere me l'ha parato. Poi è arrivato il secondo e ho detto: ora butto il pallone assieme al portiere dentro".
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