GIROUD STAGIONE CARRIERA INTERVISTA - È fresco di un rinnovo che lo lega al Milan per un altro anno. È fresco di una stagione che lo sta esaltando sia con la maglia rossonera che con quella bleus della Nazionale francese. Olivier Giroud dall’alto dei suoi 36 anni sembra vivere una seconda giovinezza con l'intenzione di aggiungere tanti nuovi numeri positivi nel libretto della sua carriera calcistica. E lo sappiamo però ne ha parlato in una lunga intervista rilasciata a L’Equipe.
“È la ricompensa di una bella stagione e mezza, quasi due. Ho vinto un campionato, ho avuto un buon adattamento, veloce, la fiducia del club e una superba accoglienza da parte dei tifosi. Ho ancora grandi obiettivi da raggiungere.
Sono in una posizione ancora migliore rispetto alla scorsa stagione, sto bene. Ma sarò onesto… Non mi aspettavo tutto questo quando sono arrivato a Milano! Sapevo che ci sarebbe stata una sfida entusiasmante dopo gli ultimi mesi difficili al Chelsea, avevo grandi speranze ma non mi aspettavo di riprendermi in questo modo con un titolo italiano e già una semifinale di Champions League. Francamente, non avrei potuto sognare di meglio!”.
“Quando Meret ha parato il mio rigore, mi è girata la testa. Alla fine della partita, sono andato da lui per scoprire se sapeva dove avrei sparato. Mi ha detto: “lì”. Dopo, sono rimasto concentrato. Sapevo che avrei avuto altre occasioni e infatti è arrivato Leao. Non appena c’è spazio, Rafa è devastante! Sapevo che dovevo essere in quel posto per prendere la palla. Ho giocato su una gamba sola: avevo un tendine dolorante. Ho preso un colpo durante la partita, ma sono rimasto. Come la squadra, mi sono sacrificato.
Questa squadra ha un senso collettivo. Con questa mentalità, possiamo sognare qualsiasi cosa. Come vincere questa Champions League… Non siamo favoriti ma possiamo passare, come contro il Napoli. Il Milan sta recuperando la sua posizione. Stiamo rimettendo il club al suo posto grazie a una grande squadra. Tutti sono coinvolti. C’è un’intensità totale. A Napoli ci siamo spogliati l’uno per l’altro. L’allenatore insiste sul fatto che gli attaccanti formano un importante primo baluardo difensivo. Il nostro pressing è intenso. Ho sempre avuto questa generosità e solidarietà con i ragazzi in fase difensiva. Abbiamo questa grande solidità che è la nostra forza. Va da me a Maignan)”.
“Mike emana un sacco di cose al di là del suo carisma. Porta fiducia e serenità. Pesa molto sulla nostra difesa. È molto importante. Il suo ritorno lo dimostra. Abbiamo avuto periodi difficili in campionato ma siamo tornati. Dobbiamo ancora ottenere regolarità. Abbiamo una squadra giovane, da sviluppare. Anche se sto alzando un po’ l’età media”.
“Sarà un “Derbissimo”! Milano sta per essere in fiamme, letteralmente! E’ una partita sorprendente: garantisce già un club italiano in finale. La città sta per sperimentare qualcosa di eccezionale. Come noi».
“Lloris, Varane o Mandanda? I loro ritiri mi hanno disturbato un po’. Mi hanno spinto a riflettere. Ma la mia vera domanda, quella intima, era: “Vuoi ancora giocare, tu?”. La loro decisione non avrebbe dovuto influenzare la mia. Sì, voglio ancora! Voglio divertirmi in maglia azzurra, per portare di più a questa squadra. Mi sento in grado di farlo finché il Milan mi permette di essere competitivo. So che me ne sarei pentito in fretta se avessi smesso. Se l’avessi fatto, questa decisione non sarebbe stata totalmente mia. Sarebbe stata orientata dai ragazzi che si sono fermati”.