Bulgaria-Inghilterra, Stoitchkov tra lacrime e rabbia: "Buttateci fuori dalle Coppe!"

18 Ottobre 2019
- di
Arianna Botticelli
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BULGARIA INGHILTERRA RAZZISMO STOITCHKOV – Era ospite del programma Futbol Central su Tudn, canale sportivo messicano, quando sono arrivati audio ed immagini di quello che stava accadendo a Sofia in occasione di BulgariaInghilterra. E Hristo Stoitchkov, Pallone d’oro nel ’94, non è riuscito a trattenere le lacrime. Troppa la vergogna nel vedere il suo popolo, al quale tanto è legato, dare un’immagine di sé così deprecabile. Smaltita la grande delusione poi, l’ex attaccante di Barcellona e Parma ha raccolto i pensieri e li ha scagliati con passione verso quei razzisti protagonisti, loro malgrado, del clamore suscitato anche nelle sedi istituzionali. Ecco le sue parole raccolte da La Gazzetta dello Sport.

Stoitchkov sui fatti di Bulgaria-Inghilterra

"È accaduto qualcosa d’incredibile. Quando ho sentito i buu razzisti indirizzati agli inglesi e ho visto le mani tese nel chiaro saluto nazista, mi sono messo le mani nei capelli. Ma dove stiamo andando a finire? La Bulgaria non è questa, mi sono detto, bisogna reagire. Noi non abbiamo nulla a che fare con i razzisti e con i nazisti. Tutto ciò è intollerabile. Questa gente va buttata fuori dagli stadi. E, se serve, si escluda la Bulgaria dalle Coppe com’è accaduto all’Inghilterra alla metà degli anni Ottanta dopo la tragedia dell’Heysel".

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Getty Images

Le possibili soluzioni al razzismo

"Serve durezza nell’intervento. I responsabili vanno arrestati, si deve proibire loro di entrare negli stadi per tutta la vita, e si deve avviare una seria indagine su ciò che è accaduto e su ciò che, eventualmente, si nasconde dietro questa azione".

La Bulgaria ed il razzismo

"Già nelle partite contro il Kosovo e contro la Repubblica Ceca c’erano stati episodi simili. Ma non così eclatanti. In ogni caso, adesso basta. Aggiungo una proposta: se serve, chiudiamo gli stadi e giochiamo tutte le partite a porte chiuse. Il razzismo va estirpato, come una pianta malata bisogna intervenire sulle radici. Siamo nel Terzo Millennio, in una società globale, non è possibile tollerare certe vergogne. Le mie lacrime in televisione sono le lacrime di un uomo bulgaro, appassionato di calcio, che del calcio ha fatto la sua vita: mi sono sentito ferito, umiliato da questi tifosi. Anch’io sono convinto che la stragrande maggioranza della gente presente allo stadio di Sofia non è razzista e che soltanto una minoranza è responsabile dei cori e dei saluti nazisti. Ma questa minoranza va combattuta altrimenti in poco tempo diventa maggioranza. La battaglia al razzismo è aperta e io sono in prima linea: dove c’è discriminazione non ci può essere sport".

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