BENNACER MILAN - Ismael Bennacer, il centrocampista algerino del Milan, ha rilasciato un'intervista a Sportweek. Tra i temi trattati, anche i problemini disciplinari, dovuti alla sua grande aggressività in campo, che finora gli sono costati la palma del giocatore più ammonito della Serie A con ben dodici cartellini gialli all'attivo. Ecco le sue parole.
"Non sono uno che va a litigare. Anche in allenamento se prendo un colpo non dico niente. Lo restituisco. Ma non perché mi innervosisco, darle e prenderle fa parte del gioco. Questo è un aspetto da migliorare del mio gioco. Sono, come si dice, irruento. Troppo aggressivo. Certe ammonizioni le ho prese davvero per niente. È che sento l’importanza di questa maglia, a San Siro i tifosi spingono e tu vuoi aiutare di più la squadra, sempre di più. Voglio dare tutto, e quando vuoi dare tutto finisci che non pensi. Invece un calciatore deve sempre pensare, prima di fare".
"A me piace giocare davanti alla difesa, mi assegna delle responsabilità che mi piace prendere. Devo essere più lucido quando ho la palla nella metà campo avversaria. Devo capire in ogni occasione qual è la scelta migliore da fare ed essere più lucido nell’ultimo passaggio. E sapere già quale porzione di campo occupare quando perdiamo la palla. È in questo che consiste l’intelligenza di un giocatore. Il calcio si gioca con la testa. Da solo, il talento non basta. È tutta una questione di testa. Con il tempo e con l’esperienza imparerò a essere più decisivo".
"Cosa ci è mancato quest’anno? La vittoria contro una grande. Siamo una squadra giovane, stiamo lavorando per crescere. In campo dobbiamo essere uniti, ancora più compatti, dobbiamo morire uno per l’altro. Un nuovo allenatore? Non ci penso. Penso a finire bene questa stagione, mancano ancora 12 partite alla fine del campionato. Io mi sento pronto, il calcio mi manca tanto".