Bennacer: "Io all'Inter? Mai"

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BENNACER MILAN - Intervenuto su InstantFoot, canale sportivo su YouTube, Ismael Bennacer ha parlato di Milan e di molti argomenti connessi ai rossoneri. L'algerino sta contando i giorni che lo separano dal ritorno in campo, dopo l'infortunio al crociato dello scorso maggio. E, nel frattempo, ci tiene a fare particolare attenzione a ciò che succede nell'universo rossonero.

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Le parole di Bennacer sul progetto

"Ho ascoltato il progetto sportivo del Milan, come faccio sempre e ho visto quanto mi desideravano davvero: non ho mai guardato il contratto. Quando ho firmato, pensavo al progetto, non al denaro. Il mio agente mi ha detto: "È la squadra che ti vuole di più, e il progetto sportivo che stai cercando". Volevo andare in un grande club ed è quello che sono riuscito a fare. A Empoli meritavamo molto di più, non la retrocessione. La Coppa d'Africa ha aiutato ma avevo già parlato con il Milan. Ricordo bene che dopo la semifinale, due giorni prima della finale, Massara mi ha chiamato parlando francese. Gli ho detto: "Vincerò la coppa e verrò". Volevo migliorare, crescere, e il progetto era giusto per me".

Le parole di Bennacer sul momento della firma

"Ho firmato con il Milan prima delle vacanze, quando sono tornato. Arrivare a Milano, in un club così, è tutto di alto livello. All'inizio, non ti rendi conto della grandezza di quel club. Mio fratello maggiore è un grande tifoso del Milan, ma non scelto questi colori per questo motivo. Ho sempre preso le mie decisioni: ascolto, ma poi scelgo io cosa fare. Il Milan è un club incredibile. L'organizzazione, le persone, è tutto troppo incredibile. Sento la storia di questo club, il peso della maglia anche. Ecco perché do tutto in campo perché quando amo qualcosa. Amo il Milan".

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Sul rapporto con i compagni di squadra

"Con Leao siamo arrivati insieme, nella stessa estata. Rafa in campo è incredibile, ma fuori dal campo è più rilassato. Parliamo sempre: quando ha bisogno di qualcosa, io ci sono. È come un fratello minore per me. Sono così con tutti perché la squadra viene prima di tutto. Lui ed io c'eravamo quando è iniziata la ricostruzione della squadra".

Sul ruolo di leadership nel club

"Mi sento un leader, ma questo non significa che mi sento più forte degli altri. Ho più responsabilità: devi dare l'esempio quando indossi la maglia del Milan. Oggi cerco di fare sentire a loro agio i nuovi: gli do il mio numero di telefono, gli dico di non esitare a chiamarmi se hanno problemi. È normale essere timidi quando arrivi in uno spogliatoio nuovo: è successo anche a Saelemaekers. Penso prima alla squadra. Sappiamo che il club deve tornare il più in alto possibile in Europa".

Sul gol in Champions League contro il Napoli

"Se il gol in Champions col Napoli può essere descritto in una parola, è "emozionante". Immagina essere in campo mentre senti tutto lo stadio urlare il tuo nome. Onestamente, ho fatto una brutta partita, poi ho segnato e tutti mi hanno detto che ho giocato una partita fantastica. Ma non è così. Preferisco il contenuto alla forma. Giocavo in un nuovo ruolo e c'erano anche circostanze personali nei giorni precedenti la partita che mi hanno reso stanco il giorno del match. Ma un gol è un gol: abbiamo vinto 1-0. È stata una partita folle".

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Sul derby e le difficoltà

"Non abbiamo effettivamente risentito di questa statistica. Ci siamo preparati bene per tutte le partite. Nell'ultima partita ero infortunato e non c'ero, ma ho parlato con compagni di squadra e l'allenatore prima della partita. Onestamente, è difficile perché dai tutto in campo. È acqua passata ormai. Abbiamo giocato molto contro di loro: forse in un certo momento alcuni giocatori erano più stanchi, forse loro sono più forti in alcuni aspetti. Per esempio, segnano sempre presto. Sono cose su cui dobbiamo lavorare".

Su Calhanoglu e Inter

"Non sapevo nulla della sua decisione di andare all'Inter. L'ho scoperto all'ultimo minuto, quando Eriksen ha avuto il malore. Hakan voleva restare al Milan, ma poi non so cosa sia successo. Forse non hanno raggiunto un accordo. Siamo amici ma in campo non ci sono amici, a maggior ragione in un derby. Lo rispetto, ma quando ho letto di questo trasferimento, mi sono detto: "No!". Ero in vacanza, l'ho visto e ho pensato: "Non può averlo fatto". Personalmente, non potrei mai farlo: rispetto troppo il Milan. L'Inter può offrirmi quello che vuole, ma non succederà. Amo questo club. Non significa che resterò qui per tutta la mia carriera, perchè non so cosa succederà in futuro. Ma sicuramente non andrò mai all'Inter".