MILAN AMBROSINI - La vecchia guardia. Questo rappresentava Massimo Ambrosini da calciatore del Milan. Quasi 350 presenze in Serie A coi rossoneri ed oltre 25 derby giocati. Uno che di queste partite se ne intende, insomma. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della stracittadina milanese ma non solo. Ecco le sue parole.
"Il derby che ricordo di più è il primo. Ho ancora nella mente il colpo d’occhio di San Siro, ero un ragazzino, perdemmo ma che emozione. E poi ovviamente quello che ci portò in finale di Champions. Il match di domani? Molto equilibrato. Per quanto riguarda il Milan, è più facile giocare bene contro le grandi squadre, perché hai più spazi".
"Mi piace perché conosce molto bene il calcio. È un lavoratore maniacale e le sue squadre hanno idee precise. È un grande pregio: alcuni tecnici fanno fatica a trasmetterle. Va valutato in un arco temporale che non può essere breve. È giusto che chieda tempo e concordo quando dice che andrà avanti per la sua strada. I suoi principi li deve portare avanti, anche se in realtà è già dovuto scendere a qualche compromesso. Spostare un giocatore o fare certi adattamenti che stiamo vedendo, dimostra che ha già iniziato a confrontarsi con certe dinamiche".
Ambrosini è molto legato agli attuali dirigenti del Milan, suoi ex compagni di tante battaglie a cavallo tra gli anni '90 e i primi anni 2000. La stima e la fiducia nelle loro capacità emerge chiaramente dalle sue parole:
Su Boban - "Quello di Zvone è un ritorno romantico. Con lui ho un ottimo apporto, anche se gli tolsi il posto quando voleva giocare centrocampista centrale nel 3-4-3 di Zaccheroni, ma proprio non ce la faceva - ride, ndr- È un ragazzo di una cultura rara nel mondo del calcio. Ha notevoli capacità relazionali e di intendere le emozioni delle persone. In termini di conoscenze, relazioni e modo di gestire è l’uomo giusto. Se ha punzecchiato Giampaolo sul gioco è perché ha una cultura dell’estetica molto spiccata, è sempre stato un cultore del bello. Quello che dice e fa va in questo senso".
Su Maldini - Paolo rispetto all’anno scorso è cambiato, lo vedo ancora più sereno, più consapevole del ruolo, ha la volontà di incidere. Il ruolo suo e di Boban saranno molto importanti con un tecnico come Giampaolo, perché occorrono condivisione e supporto. Paolo e Zvone hanno un’empatia formidabile, sono una bella coppia. Lo vedevo già da giocatori. E Massara completa bene il trio. Ma va lasciato tempo a tutti".