Mancini: "Milan? Uno sbaglio privarsi di leggende come Maldini"

6 Luglio 2023
- di
Redazione RS
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Intervista esclusiva ad Amantino Mancini
Tempo di lettura: 2 minuti

MANCINI INTERVISTA MILAN - Amantino Mancini, storico ex attaccante brasiliano di Inter, Roma e Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di NerazzurriSiamoNoi.it in cui ha parlato di molti temi legati al calcio italiano. Tra le tante cose raccontate, l'ex numero 30 del Diavolo ha parlato anche del suo approdo in rossonero nel 2010, e dell'allontanamento di Paolo Maldini avvenuto al termine della passata stagione.

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Il ricordo di Mancini sull'esperienza in rossonero

"Andare al Milan è stato un sogno, perché comunque è una squadra molto conosciuta. In quel periodo all’Inter, non giocavo molto, e quando feci quel cambio di squadra avevo intenzione di ricominciare a giocare e ad essere nuovamente protagonista. Poi, però, per un infortunio ho avuto dei problemi, e questo mi ha tenuto lontano per molto tempo nel tentativo di recuperare al meglio. Quindi, francamente, la mia avventura calcistica col Diavolo non è andata a buon fine. Con Leo avevo un buon rapporto, anche perché lo conoscevo già prima del mio arrivo in rossonero. Poi quando arrivò la chiamata del Diavolo dissi subito si perché volevo respirare un’aria nuova e, quindi, ho firmato un contratto col Milan".

Il pensiero sul lavoro di Pioli e l'addio di Maldini

"Il lavoro di Pioli in questi anni, secondo me, è stato buono. Il problema del Milan, però, è che in determinati momenti non era una squadra continua. Per quel che riguarda Maldini, invece, penso sia un giocatore che ha fatto la storia nel Milan, e non capisco perché questi dirigenti mandino via determinate leggende. Non comprendo come mai non desiderino avere a disposizione persone come Paolo, che conoscono il club da anni. Quindi, a parer mio, privarsi di persone come lui, che conoscono bene il club e che hanno fatto quello che hanno fatto per il team, è uno sbaglio".

Il ricordo di Silvio Berlusconi

"Un ricordo di Silvio? Quando arrivai al Milan disse che la squadra rossonera aveva bisogno di un giocatore che faceva gol. Una punta di ruolo, insomma. A me non diede fastidio, anche perché era il Presidente, e giustamente era quello che comandava. Rispettavo il ruolo. In ogni caso, mando un pensiero alla famiglia e al Milan, per cui è stata una persona importante e che ha fatto la storia. Queste sono cose della vita, purtroppo…"

Il parere su Carlo Ancelotti

"Personalmente, non ero a favore di un allenatore o commissario tecnico straniero sulla panchina del Brasile. Non lo abbiamo mai avuto nel corso della nostra storia, e non abbiamo nemmeno mai vissuto una situazione del genere. So quello che Carlo ha fatto, e so ciò che è all’interno del panorama mondiale per quello che ha vinto, ma credevo fosse giusto che la selezione brasiliana avesse un allenatore brasiliano. Anche, banalmente, per una semplice questione di lingua o comunicazione con l’ambiente".

Futuro in Italia?

"Magari. Sarebbe un sogno. L’Italia mi è rimasta nel cuore ed è la mia seconda casa. Dopotutto, ho ancora casa a Roma, e di conseguenza, mi piacerebbe tornare un giorno nel vostro paese".

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