MILAN PATO - Ai microfoni di TMW, Alexandre Pato ha raccontato la propria esperienza al Milan e parlato degli obiettivi futuri. Il trentatreenne brasiliano, attualmente svincolato, è pronto a rimettersi in gioco dopo un brutto infortunio.
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"Sto bene. Purtroppo nel calcio gli infortuni capitano, e a me è capitato al ginocchio dopo uno scontro di gioco. Mi mancano due mesi per tornare in campo, ma non ho fretta. Sto bene e sono libero, free agent. Vedremo cosa succederà".
"In questo momento voglio solo guarire bene. Non ho fretta di tornare. Vediamo cosa succederà. Non chiudo le porte a nessun club. Sono felice che il Sao Paulo mi abbia aperto le porte per farmi fare dei trattamenti qui, ma non abbiamo mai parlato su una futura decisione di tornare a giocare con loro. Però vediamo. Sanno che sono libero".
"Amo il Milan. Mi ha dato tanto. Mi piace la Serie A, e l'Italia mi manca. L'ho detto a mia moglie, e lei è disposta a fare qualsiasi cosa per me. Resto un fan del vostro paese. Ha persone bellissime ed appassionate di calcio. Come detto, non so cosa mi riserverà il futuro, ma le porte ad un mio ritorno sono certamente aperte".
"Quando ero in Cina, ho fatto un salto per andare a trovare i miei amici. Poi Galliani e Berlusconi. Successivamente, non sono più riuscito a tornare in Italia a causa di altre esperienze fatte in Brasile e negli Stati Uniti. Ora voglio tornare, che sia per vacanza o, chissà, per lavoro".
"Milan? Lo seguo da sempre, e mantengo i contatti con molti amici che lavorano lì. Vedo che hanno cambiato tanto, e stanno seguendo una linea precisa, in campo e fuori. Può solamente crescere".
"In questi tanti anni di calcio, ho capito che ci sono alti e bassi per ogni club del mondo. Sono processi o cambiamenti che arrivano. Grazie a Dio, mi è capitato di giocare con leggende, o con la storia del calcio, ma ho anche preso la nuova era. È vero, il Milan ha avuto momenti bui, ma è tornato a vincere lo scudetto e gli obiettivi sono chiari: tornare in Champions. Mi auguro possa proseguire questo cammino".
"Un consiglio che do a tutti i giocatori è di capire, non solo quel accade in campo, ma anche intorno a te. Io purtroppo, in quel periodo ero un ragazzo concentrato solo sul campo, ignaro di quel che succedeva fuori. L'ho imparato sulla mia pelle. Mi sarebbe piaciuto avere, a suo tempo, la testa che ho oggi, per capire come funzionava. Non ho rimpianti, però, perché il calcio mi ha insegnato tanto. Amo il Milan, mi ha dato molto. Inoltre, gli sono grato per ciò che mi ha insegnato e per la grande esposizione mondiale che mi ha concesso. Certo, se potessi tornare indietro mi comporterei in modo diverso".
"Non si può sapere. Poteva essere bellissimo o andare male. Ero un giocatore del Milan, e dovevo chiedere al Presidente se potevo andare o meno. Lui mi diede la possibilità di rimanere, ed io mi misi a disposizione del club. Fui felice della decisione presa. Poi arrivarono gli infortuni e tornai in Brasile. Come detto, se avessi saputo, non tanto dalla parte del Milan ma dalla mia, mi sarei comportato diversamente".
"Ma no. Anzi, al Milan sono stati tutti al mio fianco. Purtroppo le cose sono andate così. In fondo, tutto quel che ho passato, mi ha portato a crescere e ad essere la persona che sono oggi".
"Se guarderò Tottenham-Milan? Certamente, e sono anche molto contento che i rossoneri abbiano vinto la partita d'andata. Giocare contro una squadra inglese è molto difficile. Nelle gare di Champions League col Milan mi è capitato di giocarci, uscendo e perdendo anche contro l'Arsenal. Devono stare attenti, perché il Tottenham è fortissimo e avrà dalla sua il fatto di giocare in casa. Penso, però, che il Milan abbia un piede nella prossima fase. Credo, infatti che il Milan sia favorito, forte della vittoria dell'andata. Ha un piede al turno successivo, non due però. Il Tottenham attaccherà, ma se il Milan farà quel che sa fare, passerà".
"Un protagonista per Tottenham-Milan? Leao è un grande giocatore. All'andata ha fatto benissimo, ed è stato eletto miglior giocatore della partita. Con la velocità e la qualità, sono sicuro che può fare la differenza".
"In tutte le partite che giocavo a Firenze facevo gol. Amavo giocare al Franchi. Campo bellissimo e bellissima città. Mi trovavo bene, ed affrontavo belle squadre. Purtroppo per loro, però, segnavo sempre".
"Mi piace molto Ancelotti. Vorrei incontrarlo. È tanto tempo che non lo vedo. Mi ha trattato come un figlio. Credo possa dare tanto alla Seleçao. Può farla crescere, ma vedo che, anche in Brasile, ci sono grandi allenatori candidati".
"Purtroppo, quando i giocatori soffrono una lesione, diventa dura. Nessuno vuole stare lontano dal campo, e quando torni la vivi come una rivincita. Lui ne ha passate tante ultimamente, ma ha sempre reagito. È il bello del calcio. Ibrahimovic non mi sorprende perché è sempre stato così. Sarà molto difficile che smetta. Ha tanta voglia. Mi piacciono le persone così. Quelle che hanno la forza di superare i momenti difficili".