BOATENG - Kevin Prince Boateng si ricorda bene l'ultimo Milan vincente. Lui c'era e con Ibrahimovic faceva la differenza. Ora che è al Monza i rossoneri sono tornati in vetta alla classifica e lui, in attesa magari di tornare ad affrontarli da avversario l'anno prossimo in serie A con i brianzoli, non può che esserne felice. "Non li puoi paragonare, il nostro era un Milan di fenomeni: Ibra, Robinho, Seedorf, Pirlo, Gattuso, Nesta, Thiago, io. Anche quando non giocavi la miglior partita ti guardavi intorno e dicevi: ora uno di noi ce la fa vincere. Eravamo un gruppo pericoloso, avevano paura di noi. Io oggi vedo una squadra, e non si era vista per tanto, tanto tempo: ognuno lavora per l’altro, con atteggiamenti positivi. Ecco: agli avversari fa paura come squadra".
"Se vedi Ibra che dalla tribuna esulta dopo un gol vuol dire che ci sta con tutto lo spirito. E se è così puoi davvero vincere lo scudetto. Il Milan gioca il miglior calcio d’Italia con giocatori poco noti: questo Saelemaekers non sapevo proprio chi fosse, ma con la Fiorentina ha fatto una partita perfetta", ha aggiunto a La Repubblica.
Boateng riconosce infine i meriti di Pioli. "I giovani sono tutti un po’ viziati, lui è stato bravo a farli diventare un gruppo e se tiri fuori il meglio da loro sei forte, punto. Con lui hanno fatto un passo importante: lo hanno lasciato lavorare, cosa che ad altri è mancata. Ma… Cambierebbe tutto, se tornassero i tifosi negli stadi. Giocare a San Siro è pesante, devi avere le spalle larghe: senza pubblico, un giocatore che non ha tanto coraggio o personalità si sente più libero. Ma non li prova i colpi di tacco, le giocate, con 60 mila persone intorno".