Capello presenta Napoli-Milan: "É una sfida Scudetto: i rossoneri non sono in testa per caso..."

18 Novembre 2020
- di
Arianna Botticelli
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Tempo di lettura: 2 minuti

MILAN CAPELLO INTERVISTA - Se c'è uno che si intende di sfide Scudetto, quello è proprio Fabio Capello. Il pluridecorato ex tecnico di Milan, Real Madrid e Roma, attualmente opinionista di Sky, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Tra i temi affrontati, spicca la supersfida del San Paolo tra Napoli e Milan: un match che riporta alla memoria le lotte per il titolo alla fine degli anni '80. Capello è convinto: il match sa tanto di scontro diretto per lo Scudetto. Ecco le parole dell'ex allenatore nativo di Pieris.

L'intervista a Capello: su Napoli-Milan

"Napoli-Milan sfida Scudetto? La definizione ci sta tutta. Perchè poi nel conteggio finale anche questi punti conteranno. Partite del genere aiutano a scoprire se stessi e a capire dove sia possibile arrivare, quali margini di miglioramento esistano ed eventualmente anche su quali limiti dover lavorare. Con Napoli-Milan stavolta potremmo aggiungere ulteriori indizi alle nostre valutazioni. E anche Gattuso e Pioli, naturalmente, ne potranno sapere di più. Siamo in presenza di un campionato strano e stavolta è lecita qualsiasi opinione: può accadere di tutto, ci sono sei o sette club che sono destinati a rendere interessante la lotta. Napoli e Milan hanno l’occasione per valutare la propria e però hanno lo spessore per essere considerate tra le pretendenti al trono".

Capello sui meriti del Milan

"Milan in testa per caso? Ovviamente no. Ha un centrocampo di contenuti, di sono la corsa e i piedi buoni, quindi la possibilità di palleggiare e avere dinamismo. Possono arrivare al gol con vari uomini e quindi hanno una imprevedibilità che amplifica la loro pericolosità".

Sul fattore Ibrahimovic

"Mi limito semplicemente a ripetere che siamo al cospetto di un fuoriclasse assoluto. Un gigante del calcio. Lo volli con me alla Juventus, può immaginare dunque la mia stima nell’uomo e nel calciatore. Perchè sè a trentanove anni sei ancora in grado di fare la differenza in questo modo, allora alle doti professionali devi indiscutibilmente aggiungere quelle umani. Ibra è incontentabile. E questa sua natura serve anche ai suoi compagni, perchè stabilisce un principio di emulazione".

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