Baresi: "Il Milan è la mia vita. Sono 5 le persone a cui devo tanto. Rangnick? Mai essere prevenuti sulle novità..."

8 Maggio 2020
- Di
Arianna Botticelli
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BARESI MILAN - Giornata di emozioni forti, questa, per tutti i tifosi rossoneri e per il man of the day: Franco Baresi compie oggi 60 anni. Oltre ad aver incassato gli auguri da parte della società e gli innumerevoli attestati d'amore dei tifosi sui social, l'ex leggendario Capitano del Milan si è concesso ai microfoni del Corriere dello Sport in un'intervista esclusiva. Eccone i passi salienti.

Baresi sulla ripresa della Serie A

"So che tutti gli appassionati sperano che il campionato riparta e che possa essere portato a termine. Però mi metto nei panni dei giocatori e non è facile. Perché giocare in stadi vuoti non è semplice. Ma se saranno in sicurezza e ci saranno comportamenti responsabili, credo sia giusto provare a ricominciare, per dare anche allegria e svago. Mi auguro che il campionato si possa completare, poi saranno gli addetti ai lavori a decidere quando".

Sul Coronavirus

"Sento spesso i miei parenti a Travagliato che, per fortuna, è stato colpito poco. Mi hanno raccontato che l’atmosfera nelle province di Bergamo e Brescia è tremenda. Il nostro Paese è stato messo a dura prova e c’è una ferita profonda che sarà dura rimarginare. Penso alla sofferenza di chi ha perso i propri cari, di chi ha vissuto in prima linea a contatto con la morte. Ed è stato qualcosa di devastante da vedere".

Baresi ed il Milan: una lunga storia d'amore

"Tanti giovani mi hanno visto in televisione e non hanno vissuto dal vivo i miei anni. Il Milan è la mia vita. Penso alla mia infanzia ed alle tappe che ho dovuto affrontare. Sono arrivato adolescente ed oggi, a 60 anni, sono un po’ più maturo e più saggio. Con il Milan ne ho viste tante, sia sul campo sia da dirigente. Ho incontrato tante persone lungo il cammino che mi hanno fatto crescere, mi hanno forgiato e mi hanno dato".

Le 5 persone più importanti incontrate nel suo cammino al Milan

"Gianni Rivera, Nereo Rocco, Nils Liedholm, Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi sono persone che mi hanno dato molto. Rivera è stato il mio capitano, da lui ho imparato tantissimo, anche se l’ho avuto solo un anno perché lui era a fine carriera. Mi è servito tantissimo quell’annata dove abbiamo vinto lo Scudetto della Stella con una squadra che non era, di certo, la favorita per vincere il campionato. Liedholm e Rocco sono state due icone: se penso a loro mi vengono i brividi".

Baresi e i momenti peggiori e migliori al Milan

"Momenti belli ne ho avuti tanti. Quelli brutti sono stati pochi, anche se il più brutto è stato quello della seconda retrocessione. Ebbi un’infezione da stafilococco che mi tenne fuori da ottobre fino a febbraio. Venne comprato Maurizio Venturi per sostituirmi. Fu un’annata balorda. Difficile scegliere il momento migliore. Anche se metterei in fila i primi due anni di Sacchi. Lo Scudetto del 1988 è stato pieno di sorprese perché praticavamo un calcio nuovo, diverso. L’anno dopo siamo tornati in Coppa dei Campioni e l’abbiamo vinta. In breve siamo arrivati in cima al mondo. È stato un momento grandioso".

Il Milan attuale, che stride un pò con la gloriosa storia di Baresi

"In ogni club ci sono dei cicli, anche con dei cambiamenti. Ci sono stati dei cambi di proprietà. Berlusconi è rimasto per 30 anni e quello, di certo, è un punto favorevole. Oggi c’è tanta concorrenza, non è semplice perché vanno rispettate diverse regole, come il Fair Play Finanziario. Penso che il Milan, comunque, possa tornare in alto".

Sul possibile arrivo di Rangnick

"Non bisogna mai essere prevenuti alle novità. Questa è la mia prerogativa. Poi, ci mancherebbe, ora c’è un allenatore ed una proprietà che decide, ci sono le persone che dovranno decidere il meglio. Credo che alla base debba sempre esserci il club, non c’è bisogno di individualità ma di coesione. Bisogna pensare insieme senza mai dimenticare la storia di questo club e la sua filosofia".

Baresi su Capitan Romagnoli

"Sappiamo quali sono le qualità di Alessio, uno dei migliori giocatori che abbiamo in Italia. È al Milan da diversi anni e credo che stia capendo l’importanza di giocare con la maglia rossonera. La fascia al braccio è un pezzo di stoffa, ma ha effetti incredibili su chi la indossa".

Sul miglior difensore oggi

"L’annata di Virgil van Dijk è stata strepitosa, un giocatore che mi ha impressionato. Al Liverpool ha fatto la differenza per la sua padronanza, per la personalità. Hanno speso tanto, ma credo che i Reds abbiano fatto un gran colpo".

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