Oddo: "Milan la squadra che ha creduto più di tutte in me. Terrei Ibrahimovic. Rangnick mi preoccupa..."

11 Aprile 2020
- di
Arianna Botticelli
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MILAN ODDO - Massimo Oddo, terzino che ha vestito la maglia del Milan per diversi anni, è intervenuto nel corso di una diretta Instagram di Carlo Pellegatti. L'ex rossonero ha parlato del suo passato milanista, toccando anche argomenti che riguardano la squadra attuale.

Milan, Oddo e il suo passato in rossonero

"Il Milan è stata la squadra che ha creduto in me più di tutte fin da giovane. Feci dei provini, mi scelsero anche altre squadre, stavo tornando da un provino con la Lucchese che mi aveva già scelto, ma mi dissero di andare a Parma per fare un provino coi rossoneri. Andò benissimo e il Milan mi prese. Sono stati due anni difficili, formativi, in giovane età è complicato allontanarsi da famiglia e amici, ma è stato un periodo in cui sono cresciuto anche a livello umano. Stare ventiquattr’ore su ventiquattro con i grandi campioni del Milan è stato molto importante".

Sul ritorno al Milan

"È stata una sorta di rivincita per me. Andai in giro per 4/5 anni in prestito, facendo sempre grande fatica ad affermarmi, nel momento in cui esplosi a Monza in Serie B mi prese il Napoli. In quell’anno mi consacrai sia come ruolo che da giocatore di una squadra importante, arrivò una proposta del Verona e il Milan mi vendette, ci rimasi un po’ male. Poi andai alla Lazio e nel 2007 ci fu questa trattativa estenuante, si vociferava di un mio ritorno al Milan da almeno due anni. Ci sono aneddoti bellissimi. Il 30 gennaio mi chiamò Galliani e mi disse: “Signor Oddo abbiamo concluso l’affare e domani ha un aereo prenotato per Milano”. Il giorno dopo alle 7:30 mi chiamò di nuovo dicendomi: “La trattativa è saltata”. Quell’anno Foggia, che era un giocatore del Milan, era in prestito alla Lazio, i biancocelesti avevano pagato quel prestito 300.000 euro. Lotito durante la notte pensò di aver pagato 300.000 euro di prestito, quindi a Galliani disse di rivolerne 150.000. L'a.d. rossonero perse la pazienza e fece saltare la trattativa. Poi io chiamai Lotito per convincerlo e lui richiamò Galliani: “Facciamo così, non mi dai i 150.000 euro di Foggia, ma se dovessi vincere la Champions League mi paghi Foggia”. Galliani è un po’ superstizioso, temendo la furia di Lotito accettò, poi vincemmo la Champions League e Lotito si prese altri 300.000 euro“.

Su Rangnick e Ibrahimovic

"Rangnick non lo conosco caratterialmente, tecnicamente e tatticamente sarà un allenatore forte, ma l’aspetto che mi preoccupa di più è quello caratteriale. Chi ha carattere si riesce ad abituare, al contrario no. Rimango dell’opinione che i migliori allenatori sono sempre quelli italiani. A livello tecnico/tattico quelli preparati sono quelli più bravi, senza nulla togliere agli altri. Il futuro di Ibrahimovic? Dipende quali sono le ambizioni societarie e dalle possibilità che si hanno di fare mercato. Se fossi allenatore del Milan io lo terrei, ma non dipende né da me né dai tifosi. Molto dipenderà dall’allenatore, la società dovrà assecondarlo in base alle sue idee di calcio".

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