INTERVISTA MALAGÒ SERIE A – A proposito dell’emergenza Coronavirus e delle relative conseguenze sui destini del campionato di Serie A, è tornato a parlare, con un’intervista a La Repubblica, il numero uno del CONI Giovanni Malagò. Il quale, dopo aver tirato le orecchie ai Presidenti di A nella giornata di ieri, ha voluto ribadire l’autonomia esclusiva della Lega Calcio nel prendere le decisioni. Ovviamente di concerto con le più alte direttive, in materia di salute, del Governo Italiano. Ecco le sue parole.
"Lo slittamento di un turno in tempi ravvicinati mi sembra l’unico modo per garantire al cento per cento la regolarità del campionato. I litigi tra presidenti di società? Non fa onore all’Italia. Il virus sta creando problemi enormi a tutto lo sport. C’è chi muore, chi si ammala e chi sta provando ad arginare questa emergenza planetaria: direi che è tempo di smetterla con le beghe da cortile. Nel rispetto dei ruoli, mi auguro che la scelta migliore venga presa con ampia convergenza e condivisione. È tempo che il calcio capisca che non esistono atleti di Serie A e atleti di Serie B. Essere più popolari e guadagnare di più non dà ai calciatori più diritti rispetto a chi si è magari allenato molto più di loro per ottenere un pass olimpico. È una questione di rispetto".
"La parola rinvio non dovrà più essere usata: come si può rinviare una o più gare di due mesi e mezzo? Quale certezza può garantire una simile decisione? Inter-Samp senza data utile? Vero, e rimane più delicata la situazione di Lombardia e Veneto. Lì il problema è più complesso, però il cerchio si sta chiudendo. Le criticità vanno capite e affrontate in modo adulto, anche perché siamo di fronte a un evento più unico che raro".
Con riferimento soprattutto alle proteste di tifosi e dirigenti dell'Inter sulla questione della regolarità del campionato, Malagò ha tuonato: "Una nuova Calciopoli? Ma non c’entra niente, è imbarazzante! Il fatto è che i tifosi caricano i loro dirigenti e questi li assecondano finendo di parlare come loro. Non va bene".