IBRAHIMOVIC - Bastano nome e cognome: Zlatan Ibrahimović. A distanza di quasi dieci anni dalla prima volta, l'attaccante svedese torna a vestirsi di rossonero. Il Milan sul suo sito ufficiale il giorno dopo l'annuncio ha pubblicato un focus ripercorrendone la carriera.
"Dal 2010 al 2012: un grande inizio, culminato con la conquista del diciottesimo scudetto, poi un triste addio. Adesso Ibra, insieme a tutto il Club, sposa un nuovo progetto, mettendosi fin da subito a disposizione di Mister Pioli, molto favorevole a questa operazione. Come lo sono i tifosi, che possono riabbracciare uno dei beniamini più acclamati a San Siro nell'ultimo decennio. Di Ibrahimović non serviranno solo i gol, gli assist e le giocate, ma anche (e soprattutto) il carattere e la personalità. Dovrà cercare di trascinare la squadra nel mezzo di una stagione e di un campionato molto difficile. Dovrà contribuire alla crescita di un gruppo giovane, aggiungendo qualità e leadership. Un giocatore unico, un fuoriclasse. Bentornato Zlatan!", si legge su acmilan.com.
La sua vita calcistica da professionista comincia nel Malmö, città di nascita, dove realizza i primi gol nella massima serie svedese. Nel 2001 passa all'Ajax, dando il via a una vera e propria scalata: in Olanda fa l'esordio nelle competizioni europee e conquista i primi trofei. Poi nel 2004 l'arrivo in Serie A: dalla Juventus all'Inter, per consacrarsi definitivamente. Nel 2009 si sposta al Barcellona, probabilmente la parentesi più difficile nonostante riesca comunque a fare la differenza. Tanto che un'estate dopo, a pochi giorni dalla fine del calciomercato, firma il patto con il Diavolo.
A San Siro, da milanista, colleziona 56 gol in 85 presenze totali, vincendo lo scudetto 2010-11 e la Supercoppa Italiana a Pechino. Nel 2012 passa al Paris Saint-Germain, la parentesi invece più duratura e ricca in termini di reti, partite e successi. Al suo "giro" in Europa manca solo l'Inghilterra, che scopre nel 2016 grazie alla chiamata del Manchester United. Nella primavera 2017 un grave infortunio complica i piani, tenendolo fermo per diversi mesi. Lascia definitivamente i Red Devils a marzo 2018, volando ai Los Angeles Galaxy: questa particolare esperienza in MLS rimane l'ultima della carriera. Adesso, ancora, il Milan.
Quattro scudetti in Serie A e in Ligue 1, due in Eredivisie, uno in Liga. Una Europa League. Un mondiale per Club. Più di dieci Coppe e Supercoppe tra Olanda, Italia, Francia e Inghilterra. Tanti i gol, decisivi e spettacolari. Numerosi, oltre ai record, anche i riconoscimenti individuali: è stato capocannoniere, miglior calciatore assoluto, miglior calciatore straniero; premiato con il Golden Foot e inserito nella Top 11 dell'Europeo 2012. Trascinatore assoluto anche in Nazionale, dalla quale si ritira nel 2016, con i suoi 62 gol resta il giocatore più prolifico di sempre della Svezia.
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