Mihajlovic parla dopo la malattia: "Mi sono rotto di piangere. Non mi sento un eroe"

29 Novembre 2019
- Di
Arianna Botticelli
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Tempo di lettura: 2 minuti

MIHAJLOVIC BOLOGNA - Nella sala stampa dello stadio Renato Dall'Ara di Bologna si è presentato Sinisa Mihajlovic, accompagnato dai medici dell'ospedale Sant'Orsola che l'hanno avuta in cura in questi mesi. L'ex allenatore del Milan ha tenuto la sua prima conferenza stampa dopo l'annuncio della malattia: "L'ultima volta che ci siamo sentiti era il 13 luglio, ho pensato che fosse giusto ritrovarci insieme ai medici. In questi 4 mesi difficili ho conosciuto al Sant'Orsola medici straordinari, infermieri che mi hanno curato e sopportato. So che ho un carattere forte, difficile ma loro sono stati meravigliosi con me. Li ringrazio tutti di cuore, anche per la vicinanza alla mia famiglia (momenti di commozione, ndr). Sono stati tutti fondamentali, senza di loro non avrei fatto quello che ho fatto".

Bologna Mihajlovic torna a parlare

"In questi 4 mesi ho pianto e non ho più le lacrime. Mi sono rotto le palle di piangere. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno avuto un pensiero per me. Mi sono sentito molto protetto e voluto bene, sentendomi come parte di una famiglia. Poi volevo ringraziare tutti i tifosi e soprattutto i tifosi del Bologna che mi hanno fatto sentire come un fratello. Ringrazio anche la società in tutte le sue componenti perché sono stati unici, sin dal primo momento, non hanno mai messo in dubbio la mia permanenza qui. Grazie anche ai miei amici più stretti, uno particolare e più sentito alla mia famiglia. Mia moglie è stata tutti i giorni con me e mi ha dimostrato di essere fortunato: forse è l'unica persona al mondo che ha più palle di me. I miei figli sono la mia vita e quando c'era il problema di trovare un donatore hanno accettato di fare subito tutti gli esami del caso".

Mihajlovic dà forza ai malati

"Non mi sono mai sentito un eroe, solo un uomo forte, con carattere ma sempre un uomo con tutte le sue fragilità. Voglio dire a tutti quelli che sono malati gravemente che non si devono sentire meno forti se non l'affrontano come me: non c'è da vergognarsi di aver paura, l'importante è non perdere mai la voglia di vivere. La leucemia è una malattia bastarda, ci vuole molta pazienza, bisogna ragionare giorno per giorno, per piccoli obiettivi. Non si deve mai perdere la voglia di combattere. Alla fine se sei forte e ci credi arriva il sole".

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