Maldini: "Se Elliott vuole vincere tra 15 anni io e Boban via"

26 Ottobre 2019
- di
Arianna Botticelli
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MALDINI MILAN - Il responsabile dell'area tecnica del Milan, Paolo Maldini, è intervenuto a Sky per commentare i prossimi impegni che attendono la squadra rossonera. L'ex capitano ha avuto modo di ricordare anche i successi passati, confidando di lavorare ogni giorno per riviverli il più presto possibile. L'intervista andrà in onda domani in versione integrale, questo un estratto.

Momento Milan

"Il momento è delicato, ma fa parte della fase di crescita del club. Tre cambi di proprietà del club hanno minato questa squadra, il cambio di allenatore non ce lo aspettavamo. È stata una scelta presa a malincuore, ma comunque è stata una scelta nostra. Se prendi una decisione a metà campionato, il campionato è già andato. Se la prendi all'inizio, può essere affrettata, c'è questo rischio, ma c'è l'idea di incidere sulla stagione. Abbiamo preso un allenatore con concetti molto forti per aiutare una squadra giovane".

Il Milan del passato

"Abbiamo ereditato una squadra con un grave passivo, abbiamo fatto un mercato a zero, siamo stati banditi per l'Europa anche per le gestioni precedenti. Il cammino è difficile. I tifosi e chi guarda il Milan hanno un'idea più completa di quello che si vive qua".

Le critiche

"Sono abituato alle critiche, sono convinto di quello che sto facendo. Lo sto facendo al massimo, la mia permanenza sarà figlia dei risultai. Berlusconi è stato il miglior presidente che io abbia mai avuto. Gli voglio tanto bene, anche se questo suo spirito, questa sua voglia di rispondere con delle battute, a volte lo rendono inelegante".

Futuro del Milan

"La mia storia è pesante, il fatto che io sia qui a collaborare testimonia il fatto che vogliamo tornare ad alti livelli in tempi brevi. Non ho nessuna intenzione di aspettare 10 anni. Quantificare i tempi diventa difficile. Se nella società c'è l'idea di tornare competitivi fra 15 anni, io e Boban non saremo nella direzione sportiva".

Crescita

"Il momento è delicato, ma fa parte di una fase di crescita. Si sono alternate tre proprietà in pochi anni, anche il cambio di allenatore di questa stagione è qualcosa che non ci aspettavamo. Abbiamo preso questa decisione a malincuore, ma c'era la necessità di affiancare un tecnico esperto e dalle idee forti a una squadra giovane come la nostra".

Passivo

"Forse una cosa su cui non siamo stati bravi noi e non è stata brava la proprietà è nel parlare e dire gli obiettivi e nel dire quello che abbiamo ereditato. Abbiamo ereditato una squadra con un passivo di 125 milioni, abbiamo fatto un mercato a zero l'anno scorso, ci sono tante cose che non sono state dette, siamo stati banditi dall'Europa anche per le gestioni precedenti, abbiamo ricevuto multe l'anno scorso di 12 milioni, per le gestioni precedenti. Alle critiche, sinceramente, io sono abituato, sono convinto di quello che sto facendo, so che lo sto facendo al mio massimo. Poi, come tutti, la mia permanenza o no sarà figlia dei risultati».

Speranze

"Vogliamo rientrare a determinati livelli in tempi accettabili, anche se quantificare il tutto diventa difficile. Se nell'idea della società, ma non è così, c'è l'idea di tornare competitivi tra 15 anni e fare 12 anni da squadra di media classifica in Serie A, noi non saremo sicuramente quelli che saranno a capo della direzione sportiva".

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